CHE FRETTA C’ERA?

DI LUCIANO RAGNO

 

E’ già giovedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Che fretta c’era?
Covid, a mezzanotte si cambia. Che fretta c’era? E’ un mio giudizio. Quello di un semplice giornalista. Conta poco.
Ma anche quello del professor Massimo Galli, virologo di grande esperienza.
Ma anche quello del dottor Hans Kluhe, direttore per l’Europa dell’OMS.
Ma anche quello degli autori di uno studio su “Nature”.
E questi giudizi contano. Non poco.
Troppo presto si riducono le misure di prevenzione davanti alla pandemia. Il virus rallenta ma non si ferma. Le varianti sono sempre in agguato. Le cifre sono sempre impressionanti. Ieri in Italia: 77.621 casi, 170 decessi. Preoccupazioni in Germania, Francia e Regno Unito . Problemi in Cina.
Un presto troppo veloce. Un già visto, purtroppo.
Temo che diventi un messaggio di “liberi tutti”.
“Che fretta c’era?, diceva la canzone di un tempo.
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Fonte dell’immagine. ausl.re.it
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