DI LEONARDO CECCHI
Licenziati in troco tramite chat. Poi “l’imprenditore” ha preso i loro volti e li ha fatti girare nei gruppi WhatsApp con il monito: non assumeteli.
Il motivo?
Perché questo gruppo di operai si è rifiutato di lavorare a Pasquetta. Perché ha detto basta allo sfruttamento di 12 ore di lavoro al giorno, ai giorni di malattie non riconosciuti, agli stipendi da fame (anche 500 euro al mese).
Per questo ieri sono stati licenziati dall’azienda tessile di Campi Bisenzio. Una scatola cinese con dei briganti che da anni cambiano nome e partita iva per rimanere a galla. E che sfruttano gente disperata costringendola a condizioni inumane sotto ricatto.
L’azienda – si far per dire – è cinese.
Ma senza nessun dubbio ce ne sono tante altre uguali di ogni nazionalità, qui da noi.
E lo schifo è che il nostro sistema consenta a questa gente di aprire e chiudere imprese come se nulla fosse.
L’augurio è che in tribunale passi la voglia ai datori di lavoro.
Agli operai, un grande abbraccio.
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