DI CRISTIANO TASSINARI
Almeno quelli che hanno partecipato alla manifestazione di oggi (25 aprile) a Lahr, città di 45,000 abitanti nel sud-ovest della Germania.
Nemmeno la pioggia battente ha fermato il corteo di auto – circa una centinaio – con la bandiera russa sul cofano.
In questa zona della Germania, non lontano da Baden Baden, la località turistica più frequentata dai russi (e dove vivono molti russi benestanti), non sono in pochi – anche cittadini tedeschi di origine russa – a sostenere Vladimir Putin.
Un giornalista tenta di provocare una reazione.
– Reporter: “Ma Putin non è un criminale di guerra?” Manifestante pro-Russia: “No, non è un criminale di guerra”.
– Reporter: “Stanno uccidendo i civili in Ucraina…”. Manifestante pro-Russia: “Lei ha informazioni sbagliate”.
Vadim, un cittadino tedesco di origine russa, interviene deciso:
“Non è una guerra, ma un’operazione speciale. Esattamente come hanno fatto gli Stati Uniti con l’operazione Black Eagle in Iraq. È esattamente la stessa cosa. Ma il russo è sempre quello cattivo…”.
– Reporter: “Avete visto le foto di Bucha dei civili uccisi?”
Vadim: “È una provocazione. È stato provato, ma qui in Germania non lo dicono”.
Un altro cittadino russo-tedesco, Maksim, è preoccupato: “Il governo dovrebbe fare qualcosa per proteggerci. Siamo nel mirino, ci sentiamo minacciati”.
– Reporter: “Voi parlate di discriminazione, ma in Ucraina i soldati russi uccidono i civili…”.
Natalia, russo-tedesca, co-organizzatrice della manifestazione: “No comment. Non importa cosa pensa, io sostengo la pace”.