DI GIOACCHINO MUSUMECI
Qualche giorno fa l’ Ansa ha pubblicato questo: “La Russia ha schierato due delfini da guerra nel porto di Sebastopoli in Crimea, base della flotta del Mar Nero. I mammiferi sono addestrati militarmente per proteggere le navi russe dagli attacchi sottomarini”. Sulla notizia non avevo scritto nulla e ben presto leggevo, notizia dei servizi americani, di due vasche con delfini militarizzati e addestrati contro gli attacchi dei sommozzatori nemici.
“Delfini da guerra” suona strano ma dati i tempi mi aspetto anche le orche da guerra. Coi sommozzatori poi quelle ci farebbero colazione per gioco.
Ma andiamo avanti e vediamo cosa pubblica oggi La Stampa: “Ucraina, la denuncia dell’esperto: “I sonar delle navi russe uccidono i delfini, impossibile stimare il numero degli esemplari morti”...
A questo punto è impossibile non chiedersi come funzioni la tattica russa nel Mar Nero. Prima si addestrano i delfini per proteggere le navi ma poi i sonar delle stesse navi li uccidono. Sembra una cosa abbastanza illogica.
Poi c’è l’esperto ucraino: sostiene che “i sonar delle navi russe uccidono i delfini” ma anche qui sarebbe lecito chiedersi se i sonar delle navi turche, tanto per dire, siano selettivi per la salvaguardia dei delfini e i modelli di sonar mortale per i cetacei siano esclusivi dei russi.
Siccome dubito molto che sia così, sapendo che i sonar sono equipaggiati su una moltitudine di imbarcazioni militari e non, si solleva un problema che già aveva segnalato Greenpeace addirittura nel 2009. Ma da allora, oltre un protocollo Nato regolarmente ignorato (MARINE MAMMAL RISK MITIGATION POLICY AND PROCEDURES-STAFF INSTRUCTION 77. NURC Vers. 3.2 – 12 giugno 2009 ) che studia gli effetti nocivi dei rumori “sperimentati sui cetacei”, ciascuno fa come gli pare e piace soprattutto nei mari altrui, tipo per esempio i nostri mari? Si proprio quelli dato che la Nato ha svolto svariate esercitazioni e attività belliche senza badare ai cetacei spiaggiati.
In guerra, a seconda dello schieramento, ogni motivo è buono per dare addosso al nemico ma il tema dei delfini, cari ragazzi, ci riguarda tutti, in Danimarca un’apposita tradizione secolare (Grind o Grindadrap) ha provocato solo l’anno scorso la mattanza di 1500 delfini eseguita con arpioni e ganci. Forse l’uso di utensili piuttosto che sonar desta meno preoccupazione.
Allora se vogliamo proteggere i delfini, non invochiamo strumentalmente la guerra in Ucraina, protestiamo una volta alla settimana per risolvere il problema alla radice. E allo stesso modo parliamo quotidianamente di tutte le efferatissime guerre, non solo di quella calendarizzata dal gruppo Gedi. Tanto le vendite non sono un problema, vi manteniamo noi coi soldi pubblici e sappiatelo, il racconto con vittime di serie A e B, comincia a stancare anche i più fessi.
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