QUANDO LA CULLA DELLA DEMOCRAZIA DIVENTA UN LETTO DI ACULEI VELENOSI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Vladimir Putin non solo ha invaso l’Ucraina violando la sovranità di uno stato, ha piuttosto evidenziato la falle delle Democrazie tanto decantate quanto vilipese; a tal punto da essere espressione egoriferita delle più grottesche curvature costituzionali.

L’establishment europeo, pachiderma confuso e ancorato al privilegio di casta, privo davanti al bellicismo russo di una dialettica diplomatica ragionata e convincente, si è perso in elucubrazioni deliranti figlie del capitalismo più trucido proposte a un pubblico per lo più sgomento. L’obsoleta borghesia istituzionale non ha trovato di meglio che speculare sulla guerra per trarne un vantaggio economico. Il tutto confortato mediaticamente da un dibattito avvilente.

La guerra ridotta a fiction ossessiva e spettacolarizzante è un tentativo americano perfettamente assimilato in Europa teso a giustificare un’escalation logica nella concezione primitiva che si oppone a Putin con lo stesso metodo militare arricchito dall’epica sulla “Z” simbolo del male.

Oltre l’indiscutibile ingiustizia dell’invasione, il racconto della Democrazia ucraina è un falso d’autore tra quelli più rari e truffaldini. In Ucraina la Democrazia è un miraggio nel deserto di corruzione e ributtanti commistioni ultranazionaliste mai rigettate. E comunque vada i neonazi pretenderanno una controparte per l’impegno profuso nella guerra contro i russi.

La marginalizzazione di tale rilevantissimo elemento politico mostra ancora quanto la Democrazia Europea sia pericolosamente cavalcata da una Sx perfida e menzognera, solubilizzata nell’estrema Dx.

La Democrazia è succube di iniziative preoccupanti e perpetrate da figuri quali Mario Draghi, voce altisonante della prevaricazione finanziaria, che, nelle bieche vesti di futuro segretario Nato, a Strasburgo propone di implementare le spese militari oltre delegare ogni processo decisionale europeo a un’élite specializzata, travalicando così il concetto di unanimità.

Putin l’invasore conosce il lato oscuro di Democrazie ben poco propense all’autocritica.

Da noi si è palesato con imbarazzanti reprimende delle funzioni legislative annichilite nel buco nero del governo che, disattese le aspettative popolari, crea sempre maggiori disuguaglianze sociali. Oggi additiamo l’imperialismo russo con l’enfasi di una crociata ideologica senza uguali.

Ma l’interventismo aggressivo al limite del ridicolo unitamente ai “segreti di stato” sono spettacolosi tentativi di occultare che le Democrazie sono state deliberatamente curvate dall’ideologia liberale estremizzata e usate come mezzo più idoneo per la speculazione finanziaria. Una forma di fascismo sotterraneo che non offre alcuna speranza ai cittadini. Basta l’esempio del gas: le famiglie sono strozzate con bollette più che raddoppiate, ma non esiste una strategia atta a stroncare la speculazione, quello mai.

Allora non ci si stupisca se la democratizzazione comporta piani di ristrutturazione lacrime e sangue, tagli, austerity e privatizzazioni targate Usa/Ue/ FMI.

La reazione scomposta alla guerra, guerra in Ucraina è l’evidenza che la Democrazia è soppressa dall’espansionismo finanziario europeo e americano, buchi neri in cui l’imperativo dei ricavi esponenziali necessità risorse, territori e manodopera a costi irrisori. Il prezzo è la sofferenza di milioni di persone. Perciò sarebbe ora di dare un taglio alla pretesa di assimilare la Democrazia allo sfruttamento dell’individuo.

La Democrazia va ripensata per l’uomo, non può diventare lo strumento per intrappolarlo in una dimensione disumanizzante.

Il dittatore russo ha invaso l’Ucraina con l’obbiettivo di strapparla dalle mani dell’occidente, ma Draghi dovrebbe spiegare esaustivamente le reali intenzioni occidentali, smettere di raccontare la favoletta della Democrazia e ammettere che si vuole usare l’Ucraina e i suoi cittadini per le arcinote scorribande finanziarie delle lobbies che hanno già mortificato mezzo mondo.