UCRAINA : RICOSTRUZIONE DEMOCRATICA LACRIME E SANGUE

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Dopo oltre due mesi di conflitto, si comincia a speculare su chi e come si ricostruirà l’Ucraina. Huff Post mette le mani avanti: sbagliato denaro a fondo perduto. Ma perché sollevare il problema: Ue, Usa, GB, FMI o altri investitori hanno mai regalato denaro senza ottenere una controparte più che significativa? Mai accaduto nella storia dell’umanità prima o durante una guerra, figurarsi dopo.
Gli antichi romani progettavano guerre per favorire l’imprenditoria edile e naturalmente i fabbri, (lobbismo imperiale) lo sapevate?
L’occidente spolperà democraticamente l’Ucraina alla faccia dell’autocrate Putin.
Lo Zar pensava di appropriarsi facilmente di luoghi in cui la piattaforma usuraia occidentale aveva già investito miliardi. Ma le nostre intenzioni, lo mostriamo ogni giorno pur negando l’evidenza come si fa nelle dittature, NON SONO PACIFICHE.
Per esempio Nel 2015, successivamente alla rivolta pro-europeista di Maidan (2013-2014), il governo Poroshenko, coacervo di corrotti ultranazionalisti di Dx, “aumentò la spesa pubblica per contrastare la risposta ai rivolgimenti interni”, scrive Huff Post. Tradotto significa che il governo era impegnato nel sopprimere le rivolte dei filorussi ad est e si trovava a corto di risorse.
Allora il Fondo Monetario Internazionale, noto ente di beneficenza, approvò un pacchetto di assistenza da 17,5 miliardi di dollari della durata di quattro anni, a condizione che il governo riducesse di 15 miliardi di dollari il debito pubblico entro giugno 2015. Cioè in un anno circa.
Che significa? Che quelli buoni, cioè noi, hanno prestato all’Ucraina, la cui corruttela soccombe solo a quella Russa e Azerbaijana, il corrispettivo in denaro sufficiente per un manovra economica Italiana. Considerato che l’Ucraina possiede un Pil lillipuziano (meno di 160 miliardi di dollari del 2020 poi diminuiti del 4% causa pandemia), prestarne 17,5 e pretendere un taglio di 15 miliardi in un anno, significa impiccare i cittadini in un patibolo di restrizioni infernali.
Lascio immaginare che pacchetti di aiuti proporremo per la ricostruzione, soprattutto ora in cui i tassi sono aumentati e vivremo una recessione a partire dall’autunno.
In tutto questo c’è una chicca notevolissima. Dal 2014, anno che ha sancito la cosiddetta conversione democratica Ucraina unitamente all’inizio di una guerra interna sfociata nel disastro di oggi, l’Ucraina si è costantemente impoverita: il Pil del 2013 di quasi 200 miliardi di dollari è diminuito di 45 miliardi, cifra colossale.
Il paese pre Maidan era molto attrattivo sul piano degli investimenti esteri per un totale di quasi 11 miliardi di dollari investiti nel 2008 oppure i 10 del 2012. Ma con lo straordinario Zelensky, che deve piacerci per forza, gli investimenti esteri sono scesi a meno di 5,8 miliardi di dollari, perché nessuno dei programmi di riforme promesso dal megapresidente filoamericano propagandato nei libri editi dagli amici del Pd, è stato realizzato oltre il fallimento delle controversie nel Donbass.
Chiudo per non annoiare ma una cosa è certa, il popolo Ucraino non ha idea di cosa sia la morsa asinina della finanza Europea e mondiale ma se ne accorgerà.
Oggi vediamo i poveri ucraini vittime della guerra militare, domani vittime dalla guerra contro il debito pubblico con cui verranno ricattati come noi. Venite cari, la Ue vi accoglie a braccia aperte, lo dice anche Mario Draghi.