DI ENNIO REMONDINO
«La Nato non riconoscerà mai l’annessione della Crimea alla Russia. Ma decida Kiev su negoziati». Due scemenze in una sola frase, e considerando che le ha pronunciate il segretario generale dell’Alleanza Atlantica più servile alla politica statunitense, c’è da tremare più sulla lucidità del mandante che del modestissimo mandato. A anche noi ci accodiamo ad un vasto coro internazionale di preoccupazioni per l’improvvida dichiarazione. Ma cose c’è dietro?
La Nato che si fa Stato
«Spetta all’Ucraina condurre i negoziati di pace, ma la Nato non riconoscerà mai l’annessione della Crimea alla Russia. Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza Atlantica dopo l’apertura del presidente Zelensky a un accordo anche senza parlare di Crimea».
Il norvegese Jens Stoltenberg, a fine mandato Nato, cerca di far passare le sue truppe multinazionali da costose e spesso inutili esercitazioni a una guerra vera? Ma ecco che dopo aver sparato il Niet Nato sulla Crimea russa, cerca di recuperare concedendo a Kiev aggredita il titolo per trattare, intendendo forse dopo il beneplacito di qualcun altro, il non detto. Cercheremo di capire il perché di queste folli oscillazioni.
Spetta all’Ucraina cosa?
«Spetta all’Ucraina decidere in maniera sovrana su una possibile soluzione di pace», concede il segretario generale Nato. Ma Zelensky nelle ultime ore ha aperto a un accordo con la Russia di Vladimir Putin che faccia tornare le truppe russe alle posizioni che tenevano il 23 febbraio, il giorno prima dell’invasione. Quindi Kiev disponibile a trattare senza parlare di Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Ma la Nato No.
«L’annessione illegale della Crimea non sarà mai accettata dai membri della Nato», ha detto Stoltenberg. E ancora: «Ci siamo sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale».
Senza contare molto, voci discordanti
Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, ha invece parlato di “un’apertura importantissima da parte di Zelensky. «Ora Putin deve dimostrare di voler venire al tavolo e di non volere la guerra. Non dobbiamo abituarci all’idea che questa guerra debba andare avanti all’infinito, non dobbiamo dimenticare l’obiettivo della pace». Più una speranza che una intenzione con qualche concretezza, ma meglio del nulla della politica europea attorno.
G7 e vigilia della vittoria russa
Questo pomeriggio, il G7 riunito in videoconferenza senza nessuna anticipazione. Mistero anche su cosa potrebbe accadere domani, “Giorno della vittoria” dell’Armata rossa nella seconda guerra mondiale contro il nazismo. Annunci di escalation, come paventato da Stoltemberg, o mossa a sorpresa di Putin per uscire da un ginepraio politico rischioso? Mosca intanto ha accusato gli Stati Uniti di partecipare alle ostilità dopo che i giornali e le emittenti statunitensi avevano parlato di informazioni di intelligence Usa passate agli ucraini per colpire obiettivi russi. E non poteva essere altrimenti.
Ma esistono progetti Nato occulti?
La prospettiva della Nato sul conflitto in corso in Ucraina è quello del sostegno indiretto, anche per anni. Lo ha sottolineato Jens Stoltenberg in una delle tante/troppe interviste. La Nato non belligerante ma non neutrale e lo schieramento dalla parte del Paese offeso crea non pochi attriti con la Russia. E la stampa italiana avrebbe riportando male le parole del segretario della Nato, citando la frase “l’annessione della Crimea è illegale”. «Invece Stoltenberg sottolineava come gli alleati sostengono la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e che la Nato sosterrà l’Ucraina fintanto che il presidente Putin continuerà la guerra». Scusa decisamente fragile.
Impressione della pezza e del buco
I continui interventi della Nato, non solo quelli militari, hanno creato non pochi attriti con la Russia. Lo scambio di battute tra le due parti è sempre in equilibrio, anche se pende in maniera preoccupante su toni duri e allarmistici. E intanto crescono voci civili importanti. Carlo De Benedetti, qualche sera fa da Lilli Gruber sul La 7 ha detto: «La pace è finita, comincia la fame». Sul Corriere della Sera ad Aldo Cazzullo: «Questo conflitto si sovrappone a una recessione molto severa con effetti catastrofici. No all’invio di armi, serve una soluzione negoziale»
Tutte le colpe a Putin, ma…
«Ma gli interessi degli Stati Uniti d’America e del Regno Unito da una parte, e dell’Europa e in particolare dell’Italia dall’altra, divergono assolutamente. Se Biden vuol fare la guerra alla Russia tramite l’Ucraina, è affar suo. Noi non possiamo e non dobbiamo seguirlo».
Da:
8 Maggio 2022