CARTELLINO ROSSO

DI MARIO PIAZZA

 

A tutti quelli che non capiscono che una guerra è un tantinello più complicata di una partita di calcio e che amano sventolare i loro bandieroni e soffiare nelle loro trombette vorrei ricordare la regola più importante del gioco che amano tanto:
I calci e le testate vanno dati alla palla, non al giocatore avversario.
Il calcio negli stinchi più stupido e plateale è l’accusa di filoputinismo per chiunque si azzardi a muovere una qualsiasi critica a Zelensky. Roba da terzini analfabeti, come se si diventasse automaticamente nazifascisti ponendosi qualche dubbio sulle bombe atomiche sganciate dagli americani sul Giappone.
Un altro fallo ripetuto all’infinito è l’accusa di vigliaccheria per chi esprime le proprie idee pacifiste dal divano di casa, come se gli accusatori stessero picchiando sui tasti dei loro computer dai sotterranei delle acciaierie Azovstal e non da un altro divano altrettanto confortevole.
Il terzo fallaccio ricorrente è l’accusa di volere la pace a tutti i costi per paura delle conseguenze economiche, quasi che i prezzi alle stelle, l’inflazione, la recessione, la disoccupazione e molto presto le carestie riguardassero soltanto i pacifisti che devono mantenere due o tre case, quattro macchine, una barca e a volte un paio di amanti.
Ca22oni sesquipedali, come fate a non capire che quei pacifisti soffriranno poco o niente e comunque molto più tardi di voi guerrafondai a salario fisso e precario?
Quando i falli sono ripetuti platealmente è impossibile concedere l’attenuante della involontarietà, l’unico rimedio è il cartellino rosso.
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