DI MARISA CLARA CELESTE CORAZZOL
I CAMPI DI GRANO
“Estirpata la parassita gramigna,
purificato il terreno datore di vita,
germoglieranno e si svilupperanno
le spighe di grano indorate dal sole,
benedette dal Signore,
bagnate col sudore della fronte
dei laboriosi agricoltori
avvezzi solo a mangiare nel proprio piatto,
senza togliere il boccone di bocca
al bambino piangente che ha fame.
La superstite gramigna contrasterà
con l’elegante e bionda spiga di grano,
forse soccomberà all’ultimo gesto
del contadino con in mano la falce,
forse seccherà sotto i raggi
cocenti del solo d’agosto
mentre il profumo di pane
invade l’aria circostante l’aia
uscendo come incenso benedetto
dalla bocca del forno degli antichi avi.
E tutti – grandi e piccini –
sotto il verdeggiante pergolato
della casa di campagna
si ciberanno pensando agli antichi avi
che scacciarono i parassiti baroni,
come la gramigna dal campo di grano
indorato dal sole d’agosto cilentano”.
Catello Nastro