DI NICOLA FRATOIANNI
In 100 giorni di guerra Putin ha incassato oltre 90 miliardi dai combustibili fossili.
L’UE ne ha acquistati circa 57, quasi quanto la spesa militare annua di tutta la Federazione Russa. L’Italia è la terza importatrice, dopo Cina e Germania, con una spesa di 7,8 miliardi.
In queste poche righe si nasconde l’ipocrisia e la fragilità occidentale sulla guerra in Ucraina.
Tacciono le iniziative diplomatiche, mentre si inviano armi sempre più pesanti che allontanano qualsivoglia accordo, e per di più si finanzia la sporca guerra di aggressione di Putin perché i nostri governi hanno stipulato sempre più accordi commerciali negli anni, condannandoci alla dipendenza energetica nei confronti di regimi autoritari e dittatoriali.
Un’ipocrisia, ed una profonda miopia politica.
Mi piacerebbe leggere qualcosa a riguardo da parte di chi oggi siede comodo al governo e quegli accordi li ha sottoscritti, ma dubito avverrà.
Se in questi anni avessimo investito seriamente nelle rinnovabili sarebbe tutta un’altra storia. Ma in fondo, lo sappiamo bene. Parlare di pace, disuguaglianze e ambiente non porta voti, nel breve periodo.