DI LUCA BAGATIN
In America Latina, non solo Ana Maria de Jesus Ribeiro de Silva, meglio conosciuta con il nome di Anita Garibaldi – illustre moglie dell’Eroe dei Due Mondi Giuseppe – fu, nel XIX secolo, un’eroina in lotta per l’emancipazione sociale e civile, ma un’altra importante figura storica femminile merita di essere conosciuta e approfondita.
Manuela Saenz Aizpuru (1797 – 1856), passò alla Storia con l’appellativo di “Libertadora del Libertador”, in quanto fu la compagna di Simon Bolivar (1783 – 1830), ovvero colui il quale contribuirà all’indipendenza della gran parte dell’America Latina dal giogo spagnolo, divenendo Presidente di gran parte delle neonate Repubbliche latinoamericane: Venezuela, Colombia, Bolivia, Ecuador, Panama e Perù.
Di lei ha molto scritto, in Italia, la studiosa Maddalena Celano, la quale ha da poco dato alle stampe il saggio biografico “Manuela Saenz Aizpuru”, edito da Porto Seguro.
Nel saggio, ricco di fonti storiografiche, Maddalena Celano, ripercorre la vita e le gesta di tale figura femminile.
Figlia illegittima, pur dalle nobili origini; vittima di un matrimonio combinato che la porterà a divorziare in giovane età, Manuela Saenz fu – con il suo temperamento indomito e anticonformista – agitatrice politica, cospiratrice, spia, soldatessa, oltre che amante del più noto Generale latinoamericano dell’epoca, ovvero del già citato Simon Bolivar.
Spirito ribelle quello di Manuela Saenz, la quale, cresciuta in un convento, a seguito della morte della madre – Maria Joaquina Aizpuru – fuggirà da questo all’età di 17 anni, nel 1815 e in seguito sarà costretta a sposare un medico inglese – James Thorne – come nei desideri di suo padre, il nobile Simon Saenz Vergara.
Molto presto, nel 1822, si separerà dal marito, iniziando così ad abbracciare le lotte rivoluzionarie contro la dominazione spagnola dell’Ecuador, oltre che lottando per i diritti delle donne, divenendo dunque una fra le prime paladine dell’emancipazione femminile della Storia.
Ella conobbe dunque Simon Bolivar, del quale divenne compagna sino alla di lui morte, avvenuta nel 1830.
Con Bolivar viaggiò in Perù e partecipò alla gran parte delle battaglie che porteranno alla liberazione dell’America Latina dalla dominazione spagnola.
Morirà di difterite nel 1856, ventisei anni dopo il compagno e si manterrà traducendo e scrivendo lettere su commissione, vendendo tabacco e realizzando ricami e dolci su ordinazione.
Sarà spesso visitata e ammirata da personaggi illustri fra i quali il già citato Giuseppe Garibaldi – che dalle gesta di Bolivar e di Manuelita trarrà ispirazione per le successive lotte risorgimentali italiane – e lo scrittore Herman Melville.
Maddalena Celano rende omaggio a tale figura, troppo a lungo oscurata e dimenticata, per nulla o molto poco conosciuta in Europa, in quanto in grado, probabilmente, di rompere ogni barriera sociale, culturale e di genere.
Il saggio, oltre ad essere arricchito da carteggi ed epistole storiche dell’epoca, consta della prefazione del prof. Diego Battistessa, del Segretario generale di Convergenza Socialista Manuel Santoro; delle giornaliste Kris Gonzales e Yoselina Guevara Lopez, nonché degli interventi di Eduardo Kaviedes Ferrin.
“Manuela Saenz Azipuru” è dunque un saggio che getta nuova luce sulle lotte d’emancipazione latinoamericane, oltre che arricchisce la storia della lotta per la liberazione delle donne dalla schiavitù della cultura patrarcale e dalla mercificazione del capitalismo.
Luca Bagatin