KALININGRAD RUSSA E LITUANIA NATO, BLOCCO FERROVIARIO PER ARRIVARE A COSA?

DI PIETRO ORTECA

 

Mosca: «La Lituania pagherà per il blocco di Kaliningrad». Il falco Patrushev, vicino al Cremlino, minaccia misure dal «forte impatto negativo». La ritorsione più scontata potrebbe essere il taglio delle forniture di elettricità. Ma gli Stati Uniti: «sostegno blindato» alla Lituania in quanto membro della Nato.
Chi cerca altri guai e per arrivare a cosa?
La maledizione storica dei ‘Corridoi’ geopolitici in Europa

Kaliningrad-Koenigsberg, dai Cavalieri teutonici al filosofo Immanuel Kant

Non c’è niente da fare. I “corridoi” geopolitici portano sfortuna all’Europa. Ricordate quello di Danzica, alla vigilia della Seconda guerra mondiale, che fece scatenare tutte le foie paranoiche di Hitler? Beh, ora ne abbiamo un altro di “corridoio”, capace di generare altri guai. È quello che separa un pezzo di Lituania dall’ex Prussia Orientale. Che una volta era Germania e che oggi, invece, è Russia. Stiamo parlando della regione di Kaliningrad (Koenigsberg), antica sede dei Cavalieri teutonici e città natale del filosofo Immanuel Kant. Adesso, questa grande regione di Mosca, piazzata nel cuore dell’Europa orientale, è di fatto una “esclave”. Cioè un’isola di territorio russo che non confina con la madrepatria. Insomma, per arrivarci bisogna bussare e chiedere permesso agli amici bielorussi e ai lituani che non sono affatto amici.

Lituania Nato e politicamente oltre

Questi ultimi ai tempi “belli” (per Putin) facevano parte dell’Unione Sovietica, ma oggi innalzano, fieri, il vessillo della democrazia europea. Con tutti gli annessi e connessi, politici, di sicurezza e, last but not least, anche di borsellino. Andando al sodo, i lituani stanno applicando rigorosamente le sanzioni antirusse e bloccano i treni che arrivano dalla Russia, con le merci dirette… in Russia (a Kaliningrad). Pare che, in certi giorni, arrivino a fermare anche il 50% dei rifornimenti. Per ora. Perché al Cremlino già alzano la voce e non solo quella.

Sanzioni e scuse pericolose

La britannica BBC riporta le “giustificazioni” del governo di Vilnius: “Noi non facciamo altro che applicare le sanzioni decise da Bruxelles”. Ma il potente capo del Consiglio per la sicurezza nazionale russo. Nikolai Patrushev, la pensa in un altro modo. E lancia precise minacce annunciando “reazioni”. Quali? È questo che inquieta particolarmente i baltici, che hanno una lunga tradizione di invasioni subite da oriente.

Il controllo del ‘Suwalki Gap’

Il Financial Times titola: “La Russia avverte la Lituania delle gravi conseguenze sul blocco ferroviario di Kaliningrad”. E qua bisogna inserire una riflessione di tipo strategico, che riportiamo per dovere di cronaca, ma che circola da lunga pezza, negli ambienti della Nato. Margiris Abukevicius (vice Ministro della Difesa lituano) ha sostenuto che una delle chiavi del confronto con Mosca, è il controllo del “Suwalki Gap”, un altro corridoio strategico, tra Prussia Orientale e Bielorussia. Se le armate di Putin riuscissero a tappare questo collo di bottiglia (un’ operazione abbastanza semplice) le repubbliche baltiche sarebbero isolate militarmente. Il FT riporta, inoltre, nell’articolo di Max Seddon e Richard Milne, che proprio recentemente il comando supremo russo ha fatto svolgere esercitazioni che hanno simulato un’invasione generale della Lituania e il blocco del “Suwalki Gap”.

Autolesionismo commerciale e azzardo politico

D’altro canto, le limitazioni al trasporto di merci russe verso Kaliningrad, imposte dal governo di Vilnius, stanno diventando insostenibili. “Le merci includono ferro e acciaio, beni di lusso e molti altri prodotti che erano stati vietati nei precedenti pacchetti di sanzioni”. In totale, finora, è stato bloccato almeno il 25% del materiale in transito verso l’esclave. Certo, la situazione che si è creata, va monitorata costantemente, perché basta un minimo errore nella catena di comando, per arrivare a un incidente irreparabile. Questo lo capiscono tutti, ma in particolar modo i lituani che non sembrano proprio felici di essere la prima linea della trincea.

Nato garante o mandante?

Ovviamente, hanno la relativa sicurezza loro offerta dall’articolo 5 della Nato. Ma, dietro le quinte, ricordano a tutti che la regione in oggetto è diventata un’area di crisi ad alto rischio. I russi hanno piazzato in tutta l’ex Prussia orientale i micidiali missili balistici “Iskander”, quasi sicuramente dotati di testate nucleari. Presente nei pressi di Kaliningrad anche la più importante base navale russa del Baltico, in grado di rimanere libera dai ghiacci tutto l’anno. L’opzione di ovviare al blocco ferroviario, spedendo o ricevendo le merci per via marittima o, peggio ancora, per via aerea, risulterebbe troppo costosa per Mosca.

“L’unica soluzione, quindi, è quella di gestire le sanzioni nel modo migliore possibile. Sperando che dalla testa di Putin o di Patrushev (che dicono sia il vero numero due del regime) non esca fuori qualche altra idea “brillante””.

Di Piero Orteca

da:

22 Giugno 2022