DI GIOACCHINO MUSUMECI
“Qualcuno dice di lasciare il governo? Chi vuole farlo abbandona il paese”, afferma il ministro degli Esteri, aggiungendo che “se in questo momento qualcuno pensa di poter alimentare il dibattito politico con l’odio in noi non troverà un interlocutore, ma solo persone con il sorriso e con l’ottimismo che cercano di risolvere i problemi”. ( Luigi Di Maio)
Secondo il ministro lasciare il governo equivale ad abbandonare il Paese. Nulla di più retoricamente falso: la natura di questo governo è impopolare poiché non deriva da un processo elettorale ma dalla gestione istituzionale della crisi scatenata da Matteo Renzi.
Si tratta di un governo piovuto per imposte necessità che non rappresenta il paese ma sé stesso, cioè ambizioni di costituenti lontanissimi dai bisogni dei cittadini la cui sovranità è azzerata sul nascere. Chi abbandona questo governo, non abbandona il paese ma lascia un governo rappresentativo di istituzioni alienate perfino dalla Costituzione.
Popolo 1- Di Maio 0.
La scissione del Movimento è una manovra chiaramente soverchiante: ribalta la gerarchia costituzionale in cui il primo sovrano è il popolo, limitato nella sua espressione di legittimità rispetto alle scelte di un suo rappresentante che agisce indipendentemente dal proprio mandato. Non accade per la prima volta ma l’errore è abituarsi a pensare che l’architettura politica sia una sovrapposizione di artifici e tecnicismi. La politica è per il popolo non per poltronisti per giunta incapaci.
E’ nello spirito della Costituzione giurare fedeltà alla Repubblica e svolgere il mandato con disciplina e onore. Ma non c’è disciplina né onore nel ridurre il mandato popolare a mezzo idoneo a garantire interessi di casta. Perciò il Ministro oltre non essere più rappresentativo dell’elettorato che ne ha legittimato la funzione, è perfino disonorevole.
Popolo 2- Di Maio 0.
Sebbene nei limiti e nelle forme della Costituzione, la mossa del Ministro cementa un governo senza effettivo mandato per le ragioni di sopra. Tecnicamente nulla da eccepire se non che il governo è dissociato dalla volontà del primo sovrano della Repubblica: il popolo.
Si è quindi davanti a una curvatura che si corregge solo con regolari elezioni.
Di Maio con la scissione sventa la crisi di Governo e l’eventuale verdetto popolare poiché il suo gruppo parlamentare assicura la sopravvivenza di Draghi. Elemento che sancisce definitivamente un Ministro nell’interesse del singolo e non della collettività, il che è totalmente contrario allo spirito della Costituzione.
Popolo 3-Di Maio 0.
Stendo un velo pietoso su sorrisi e ventilate soluzioni di problemi senza uno straccio di programma da proporre a nessuno. Non essendo chiaro di che s’occuperà il futurista Di Maio, non è dato sapere quali problemi collettivi risolverà e come. Sicuramente potrebbe risolvere il suo eloquio demenziale semplicemente tacendo. Grazie.
C’è però un ultima cosa: non capisco perché dalla mia posizione di cittadino debba rilevare ovvietà di cui dovrebbe farsi carico CHI afferma di voler tutelare i cittadini. Non si può tutelare la comunità con proiettili a salve.