DI GIOVANNI PUNZO
Come in ogni triangolo amoroso e sessuale, c’è la coppia ufficiale in crisi che si litiga e spesso arriva a scannarsi, guerra feroce, e c’è l’amante più o meno segreto/a che la crisi/guerra, quand’anche non l’abbia provocata direttamente, certo la alimenta a suo vantaggio.
Amico perché nemico del tuo nemico.
Roma e l’Oriente
Uno dei primi casi in cui si potrebbe parlare di guerra “per procura” “proxy war”, la chiamano gli anglosassoni-, risale all’imperatore romano Tiberio. Nel 34 d.C. il re dei Parti Artabano diede il trono d’Armenia al figlio Arsace, convinto che Tiberio ormai vecchio non avrebbe reagito. Tiberio non mosse le Legioni ma la diplomazia. Roma scatenò il notabile orientale Tiridate, più Mitridate a contendersi il trono dell’Armenia. Le guerre partiche, o guerre romano-persiane, proseguirono per secoli, ma più o meno sempre con l’appoggio di Roma ad una dinastia locale che ufficialmente combatteva i propri vicini ostili.
Garibaldi americano
Ovviamente nel Medioevo e nell’età moderna vi furono innumerevoli casi di questo tipo. Nella seconda metà dell’Ottocento fu l’esplosione del fenomeno. In America Latina, dove era ormai crollato l’impero spagnolo, alcune potenze europee, soprattutto Francia ed Inghilterra, non mancarono di fornire consistenti appoggi e coperture ai nuovi stati che combattevano tra loro. Tra il 1839 e il 1851, dietro i Colorados uruguaiani o gli unitaristi argentini, al cui fianco combatté anche la legione dei volontari italiani di Giuseppe Garibaldi, ci furono sempre le due potenze europee che sostennero gli indipendentisti, ma in realtà influirono sui futuri equilibri politici del continente sudamericano.
Anche in Medio Oriente, tra il 1839 e il 1841, quando cioè l’Egitto combatté per la propria indipendenza dall’impero ottomano, fu appoggiato da Francia e Spagna che però non si scontrarono mai direttamente con i turchi. Un altro caso particolare furono le due guerre dell’arcipelago delle Samoa, rispettivamente tra 1886 e il 1894 e tra il 1898 e 1899: l’impero tedesco, appoggiando una parte della popolazione, si scontrò con Stati Uniti e Gran Bretagna.
Tra le due guerre mondiali
Gli esiti della Prima Guerra mondiale moltiplicarono la conflittualità in Europa. Nel 1918 in Finlandia, come diretta conseguenza della rivoluzione russa, scoppiò la guerra civile tra “rossi” e “bianchi”: data la vicinanza dell’Unione Sovietica questa appoggiò i filo-bolscevichi senza tuttavia mai apparire come parte belligerante ed altrettanto fece la Germania che, sebbene in preda a convulsioni interne e nonostante il divieto imposto dall’armistizio, mantenne truppe nel Baltico fino agli anni Venti.
Qualcosa di simile avvenne anche in Europa orientale tra i rivoluzionari di Bela Kun e i legittimisti ungheresi coinvolgendo Cecoslovacchia, Romania e Jugoslavia: Francia e Italia appoggiarono i controrivoluzionari (anche se l’Italia fu poi estromessa dalla Francia) mentre la repubblica dei Soviet slovacca e la stessa Unione Sovietica fornirono sostegno alla parte opposta.
Tra il 1919 e il 1923 si svolse la guerra greco-turca: sebbene le forze in campo appartenessero a questi paesi, le potenze occidentali (Francia, Inghilterra e Italia) fornirono sostegno alla Grecia che però fu sconfitta, mentre l’Unione Sovietica sottoscrisse un trattato segreto con Ataturk per la fornitura di armi e altri aiuti.
Tra le guerre prima della II Guerra mondiale, vi fu anche la guerra civile spagnola: l’Unione Sovietica inviò robusti rifornimenti alla repubblica spagnola, mentre l’Italia fascista e la Germania nazista – senza per questo aver mai dichiarato guerra alla Spagna repubblicana – fornirono truppe, aerei e carri armati.
Dopo il 1945
La prima guerra non ufficiale, combattuta “per procura”, in Europa dopo il 1945 fu la guerra civile greca. Gli Stati Uniti e in misura minore la Gran Bretagna fornirono aiuti consistenti al regno di Grecia per reprimere l’insurrezione comunista, ma Albania, Bulgaria e Jugoslavia fornirono invece aiuti agli insorti. Il conflitto tra Tito e Stalin del 1948 segnò la fine della guerra civile perché non furono più inviati rifornimenti dalla Jugoslavia ai ribelli greci sostenuti dall’Unione Sovietica.
La più celebre tra le guerre non ufficiali del XX secolo fu però la prima fase della guerra del Vietnam: dal 1946 al 1954 Cina, Unione Sovietica e Repubblica popolare polacca fornirono ai ribelli Vietminh armi e munizioni, mentre gli Stati Uniti tentarono di aiutare la Francia che subì però la sconfitta di Dien Bien Phu.
Anche la seconda fase della guerra del Vietnam fu caratterizzata, nonostante la presenza americana fosse ormai ufficializzata e ricadesse su di essa lo sforzo maggiore della guerra, da stretta collaborazione tra Repubblica Democratica vietnamita e Cina, Unione Sovietica, Bulgaria, Repubblica Democratica tedesca e perfino la neutrale Svezia. Era l’assetto del mondo prima della “caduta del muro” e la stessa contrapposizione tra Unione Sovietica e Stati Uniti – che non poteva ricorrere a una guerra guerreggiata per rischi nucleare – imponeva comportamenti non sempre trasparenti, ma noti ad entrambi i contendenti.
Il capitolo africano
Il Portogallo mantenne di fatto proprie colonie fino alla caduta del regime di Caetano nel 1974. Dal 1960 però, soprattutto in Mozambico e Angola, era nato un forte movimento di liberazione nazionale appoggiato dai paesi del blocco sovietico. Aiuti e collaborazione ai portoghesi, spesso in forme mai dichiarate, giunsero invece dal Sudafrica, dalla Rhodesia e dalla Spagna. Più o meno nello steso periodo del resto, cioè tra il 1962 e il 1979, si svolse anche la lotta di liberazione nazionale dello Zimbabwe che vedeva direttamente impegnate le forze rhodesiane.
Un’altra lunga vicenda – sotto certi aspetti non ancora definitivamente conclusa – fu la prima guerra civile sudanese dal 1955 al 1972: vi furono coinvolti, oltre alla Gran Bretagna antica potenza coloniale che esercitava il dominio assieme all’Egitto, il fronte di liberazione nazionale del Sudan meridionale che ottenne l’appoggio dell’Uganda, dell’Etiopia e perfino di Israele.
Ancora più drammatiche furono le vicende della crisi del Congo che si dipanò dal 1960 al 1965: contro il governo di Stanleyville, sostenuto da alcuni paesi del blocco sovietico, si schierarono le potenze occidentali che, con grande spregiudicatezza e senza per questo essere direttamente coinvolte, ricorsero a forme di mercenariato che toccarono il fondo della disumanità per le modalità estreme del loro comportamento.
Di Giovanni Punzo
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