L’INUTILITA’ DEL VOTO UTILE

DI MARIO PIAZZA

 

Inevitabilmente ha subito ripreso forza il fronte del voto utile.
Quello del “fermiamo la destra” diventando destra noi stessi, quello degli struzzi che non vogliono sapere nulla dei lager libici e dei campi di concentramento turchi, quello che da il via libera all’annientamento del popolo kurdo per combattere in Ucraina, quello che il pacifismo è robaccia per vecchi hippie rincoglioniti dalla cannabis, quello del “chi ci metti al posto di Draghi?” dimenticando la sua totale paralisi sul fronte dei diritti sociali e civili, quello che valendo poco demolisce gli avversari.
Lo spauracchio formato dal trio Meloni Salvini Berlusconi a me non fa più paura, non perché siano diventati meno pericolosi ma perché l’alternativa gli assomiglia troppo. Non mi incantano le manfrine propagandistiche sullo ius scholae e sulla cannabis, dalla parte di chi mi sta a cuore non vedo né il 40% della destra né il 40% centrista finto antagonista sotto mentite spoglie.
Per arrivare a 100 ne mancano 20 e sono quelli che avranno il mio consenso, senza veti e senza andare troppo per il sottile. Con molti voti in meno Craxi ha condizionato la politica italiana per 20 anni e comunque l’idea di non votare mi ripugna. E allora mettiamolo insieme questo ca**o di venti per cento, se non ora quando?