DI MARIO PIAZZA
Sottoscrivo il pensiero gramsciano ma io odio anche un sacco di altre categorie e tra esse spiccano i cosiddetti “Complottari”. Disgraziatamente i partigiani auspicati da Antonio Gramsci spesso lo sono.
Immaginare che Zelensky o chiunque altro del fronte pro-Ucraina possa deliberatamente compiere azioni nefande per attribuirne la colpa ai Russi è qualcosa che si pone sulla linea di confine tra ciò che abbiamo già visto in molte altre guerre e il complottismo più becero, quello che per sostenere la parte prescelta apre le porte alle ipotesi più fantasiose.
E allora mi domando: In questo mondo di congegni capaci di leggere dallo spazio la targa della mia macchina e di fotografare le chiappe di Hillary stesa al sole, è mai possibile che non si possano avere immagini chiare e inequivocabili che ci mostrino cosa cavolo hanno colpito i missili di Putin nel porto di Odessa? Perché non occorre essere ingegneri spaziali per distinguere i resti di una postazione missilistica da strumenti per caricare il grano su una nave.
Non vorrei cadere nella blasfemia accostando il pensiero gramsciano a quello andreottiano, quello che suggeriva che a pensare male si fa peccato ma che la maggior parte delle volte ci si azzecca.