DI CLAUDIA SABA
Prima l’annuncio su Facebook. Poi l’omicidio-suicidio in una villetta di Rivara, in provincia di Torino.
Nella notte tra domenica e lunedì, Claudio Baima Poma, un uomo di 47 anni, ha sparato al figlio Andrea, 11 anni, uccidendolo.
Poi ha rivolto l’arma contro se stesso e si è tolto la vita.
Prima di ammazzarsi ha scritto un lungo post.
“Ho perso la battaglia contro la depressione. Partiamo per un lungo viaggio dove nessuno ci potrà dividere. Abbiamo trascorso momenti bellissimi, fino a quando ho iniziato ad avere problemi di schiena e di conseguenza un danno permanente alla gamba. Esattamente una settimana prima mi avevi chiesto di sposarti, ma poi hai iniziato a allontanarti piano piano. Da quel momento sono caduto in depressione e non mi sono più tolto da questo incubo. E’ un vero peccato, non ci mancava niente per poter fare una vita tranquilla e serena senza alcun problema, avere una famiglia normale e per me normale significa perfetta. Io e Andrea non potevamo stare distanti nemmeno per un secondo.
Noi partiamo per un lungo viaggio dove nessuno ci potrà dividere, lontano da tutto, lontano dalle sofferenze. Tu mi hai ripagato con questo distacco nel momento più brutto della mia vita. Potrai separare i nostri corpi ma non le nostre anime, perché saranno sempre l’una accanto all’altra. Andrea e il suo papà per sempre insieme. Buona fortuna Iris e se nel tuo cammino incontrerai una persona depressa, aiutala, potresti salvarle la vita e forse quella di qualcun altro. Ti auguro di vivere 100 anni”.
Questa la lettera indirizzata alla sua ex compagna.
Scritta e pubblicata su Facebook alle 3,29 di questa notte.
Augurando alla sua ex compagna “di vivere 100 anni”.
100 anni di sofferenza, dolore e sensi di colpa.
La giusta punizione da infliggere alla donna che aveva osato lasciarlo.