DI MARIO PIAZZA
La fantasia popolare ne ha creati di ogni tipo dalla notte dei tempi mescolando le caratteristiche di specie diverse e attribuendo loro poteri straordinari. Le sirene dal canto ipnotico, i basilischi che uccidono con lo sguardo, l’idra dalle teste multiple, unicorni, ippogrifi, manticore, minotauri, pistrici e ircocervi. Trovarli è l’ultimo dei problemi, sono loro che ci vengono a cercare ogni volta che ci sono le elezioni e ogni volta ci prendono per mano trascinandoci nel mondo della fantasia.
E’ quasi magico guardarli.
Da una parte ce n’è uno con la testa di donna e il corpo di capitone che azzera le tasse senza privarci di alcun servizio pubblico e che dispone del potere assoluto su chiunque non abbia la pelle bianca, i maschi li annega o li spedisce a raccogliere pomodori e le femmine se le scopa nella sua tana dorata o le mette a passeggiare sulle vie consolari.
Dall’altra parte una bestia strana, guerrafondaia e pacifista, populista ed elitaria, operaista e padronale, cristiana e atea, colta e ignorante, verticistica e democratica. Talmente confusa da essere completamente inoffensiva, roba che se qualcuno glielo chiedesse non riuscirebbe neppure a trovarsi il culo con le mani o meglio con le zampe.
E ogni volta noi, padri e madri di famiglia, imprenditori, manovali, professori e idraulici, ci incantiamo a guardarli come se avessimo tra i 5 e i 10 anni e nonostante tutti i nostri guai saremmo pronti a giurare che esistono davvero.