DI LIDANO GRASSUCCI
Il combinato disposto di una legge elettorale a dir poco levantina e la riduzione dei parlamentari produce l’effetto di una rappresentanza che non rappresenta. Come una automobile immobile, come la casa molto carina di Sergio Endrigo.
Era una casa molto carina
Senza soffitto, senza cucina
Non si poteva entrarci dentro
Perché non c’era il pavimento
Non si poteva andare a letto
In quella casa non c’era il tetto
Non si poteva fare pipì
Perché non c’era vasino lì
Vinicius De Moraes, Sergio Endrigo
Chi corre e’ deciso dai segretari nazionali e gli elettori non possono scegliere neanche chi riposa. Una volta eletti i parlamentari rispondono a se stessi e i cittadini sono spettatori tali e quali i romani che al Colosseo assistevano ai giochi dei gladiatori, forse beandosene, ma non certo scegliendo le fiere e i combattenti.
A Latina abbiamo eletto, collegio uninominale nel 2018, Giorgia Meloni che è leader nazionale di Fratelli d’Italia probabilmente sarà premier ma di questa città sa poco, della sua gente meno. Vale anche per un altro schieramento. Infatti i candidati, non me ne vogliano, non sono star locali, e i temi dei collegi neanche verranno sfiorati. Giulio Andreotti veniva eletto da noi, ma i nostri scrivevano (in massa) il suo nome e il suo cognome e lui sapeva che poteva anche far fare pace tra israeliani e palestinesi, ma poi doveva dire ai ciociari e ai pontini cosa aveva fatto per loro. E era Andreotti, mica “N’ciccotto da Piglio”.
Naturalmente i parlamentari uscenti che oggi protestano per le difficoltà di essere rieletti sono gli stessi che hanno votato il taglio dei parlamentati. La domanda sorge spontanea: ma se non sei stato capace di tutelare gli interessi tuoi come puoi tutelare quelli di tutti?
Il Lazio meridionale rischia di non avere rappresentanza di diventare un deserto politico, di tornare ad essere l’estremo sud dello stato Pontificio e l’estremo nord del Regno delle 2 Sicilie e il sangue quando arriva in periferia è sempre poco.
Si candidano non percorsi politici ma spot contingenti a fronte di una classe politica che diventa autoreferenziata, apparentemente sempre in subbuglio in realtà inamovibile. Il video di questi giorni di Albino Ruberti ne è un esempio.
Ma vale anche per i candidati scappati di casa in cerca di casa: Francesco Zicchieri di destra, dio destrissima, nazionalista, poi leghista, ora liberale alla Carlo Calenda, o per la senatrice Marinella Pacifico partita contro tutti nei 5 stelle e ora dentro forse il movimento più immobile del panorama: coraggio Italia del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti nato già nella nomenklatura di Canale 5. Dei parlamentati pontini eletti nel 2013 dai 5 stelle si è persa ogni traccia sono stati come una ipotesi di acqua su Marte.
Quanti andranno a votare? In molti si chiederanno “cosa votare” a fine estate. Ma non era meglio quando il Papa mandava qui un suo legato che amministrava dal mare all’Appennino e se avevi bisogno di qualcosa c’era il Divino Amore, la Santissima e Casamari.
Nella foto la piantina della provincia di Marittima e campagna dello Stato Pontificio
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21 Agosto 2022