ADESSO I TEDESCHI RIVOGLIONO LE CENTRALI NUCLEARI PER IL GAS RUSSO CHE NON ARRIVA PIU’

DI PIERO ORTECA

 

 

La Germania ha intenzione di posticipare la chiusura delle ultime tre centrali nucleari, prevista il 31 dicembre. Anche se temporanea, la decisione segnerebbe una prima retromarcia da una politica iniziata nei primi anni 2000. La decisione deve ancora essere approvata formalmente dal governo e avrà probabilmente bisogno di un voto favorevole in parlamento. I dettagli sono ancora in discussione.
Intanto la maggioranza dei tedeschi, di fronte all’incubo del no gas rosso, rivuole il nucleare, stando a un sondaggio di Der Spiegel.

Ancora un po’ di nucleare

La maggioranza dei tedeschi rivuole il nucleare, secondo un sondaggio commissionato da Der Spiegel. Annuncio sorprendente, visto che proprio i tedeschi erano stati tra i più decisi nemici delle centrali atomiche considerate un attentato alla sicurezza nazionale. Putin, con l’invasione dell’Ucraina, ha certamente sconquassato molti equilibri globali. In Europa, poi, ha spezzato un clima di collaborazione o, comunque, di reciproca tolleranza, che durava da decenni. In questa fase, l’Occidente, al di là della posizione di combattimento che ha assunto, si lecca le ferite. Nessuno era più abituato a una simile ondata di violenza, che ha scioccato tutti e ha colpito ogni Paese in maniera specifica.

Problemi che covavano da tempo

Putin ha sollevato brutalmente, tutti in una volta, problemi che esistevano e che covavano sotto la cenere, come quello dell’energia. L’Europa si era data delle scadenze nella sua marcia verso le rinnovabili, naturalmente con un calendario e con delle modalità di realizzazione elastici. Cercando di armonizzare le priorità negli investimenti, con la congiuntura economica. La Russia ha messo a nudo criticità e debolezze che adesso, in nazioni come la Germania, vengono clamorosamente a galla.

Berlino-Mosca

Fin dai tempi della riunificazione, Berlino ha costruito con Mosca delle relazioni bilaterali più strette di quelle che aveva il resto dell’Occidente. Senza fare la storia di una diplomazia parallela, se non proprio sotterranea, tra Germania e Russia, va ricordato che, anche sul piano commerciale, il rapporto di buon vicinato si era rinsaldato. Insomma, i tedeschi importavano enormi quantità di energia dalla Russia, soprattutto gas, a prezzo politico. A quel punto era diventato molto più facile rallentare e poi bloccare l’espansione dell’energia nucleare. L’ambientalismo è una cosa meravigliosa e poi rende molto in termini di consenso elettorale. Così, grazie al gas della nuova Russia post-sovietica, prima con Eltsin e poi con Putin, la Germania ha trovato a due passi da casa tutto quello che le serviva. Tutti contenti. Fino all’invasione dell’Ucraina.

Ucraina-Nato a guastare tutto

Una svolta così drammatica della politica internazionale non se l’aspettava nessuno. Tanto è vero che, anche dopo il 2014, cioè quando con un primo colpo di mano Mosca si era annessa la Crimea, l’Europa continuò a fare business con Putin, come prima. A cominciare dal gas, il cui import anzi aumentò. Dal canto suo, la Germania continuò imperterrita il suo piano (programmato e benedetto da Angela Merkel) di progressiva chiusura delle centrali nucleari. Oggi ne restano tre che dovevano essere “ideologicamente” sigillate entro la fine dell’anno. Perché al governo e al Bundestag ci sono anche i Verdi, che hanno già messo le mani avanti: risparmio energetico e razioniamo l’elettricità come in tempo di guerra. Ma le centrali nucleari devono essere sbarrate.

Contraddizioni politiche interne

Gli alleati liberali, e pure i socialdemocratici di Scholz, non la pensano proprio così. Per dirimere la questione è intervenuto Der Spiegel, che ha commissionato un sondaggio per conoscere l’opinione dei cittadini. I risultati hanno sorpreso tutti e danno la misura di un altro fenomeno e cioè di come, nelle moderne democrazie industriali, si stia allargando il fossato che separa il Paese reale da quello legale, cioè la piazza dal Palazzo. Secondo l’autorevole rivista tedesca, i tre quarti dei cittadini hanno cambiato idea e adesso vogliono che le restanti centrali nucleari continuino a produrre energia, senza essere dismesse. Smentendo così clamorosamente il Ministro degli Esteri Annalena Bearbock e quello dell’Economia, Robert Habeck, entrambi Verdi.

Germania nucleare alla francese?

Solo il 22% degli intervistati, sostiene Der Spiegel, si è detto favorevole alla chiusura entro la fine dell’anno dei tre impianti, di Isar 2, Neckatwestheim 2 ed Emsland. L’inchiesta dimostra, altresì, che esiste una schiacciante maggioranza che vorrebbe tenere in vita le centrali nucleari almeno per altri 5 anni (stiamo parlando del 67%). Mentre una buona fetta della popolazione tedesca, il 41%, si spinge clamorosamente oltre, chiedendo addirittura la costruzione di nuovi impianti, con quella che sarebbe una vera e propria rivoluzione copernicana. Qualche anno fa, solo il 3% dei cittadini era favorevole al nucleare.

La paura non è verde

La verità, dice Der Spiegel, è che la gente è spaventata, e non vede soluzioni convincenti per la crisi energetica, che fa presagire un inverno molto critico. Der Spiegel dice che, di fronte all’emergenza, tutti partiti stanno assumendo delle posizioni chiare e decisionistiche. Tutti meno uno: i Verdi. Colti di sorpresa dalla crisi, secondo Der Spiegel sono andati in confusione mentale. Semplicemente non sanno che pesci devono pigliare.

“Se dicono no alle centrali nucleari, condannano il Paese al freddo e alla fame. E se dicono si lo salvano, ma perdono la faccia”.

Di Piero Orteca da:

22 Agosto 2022

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PIERO ORTECA

Piero Orteca, giornalista, analista e studioso di politica estera, già visiting researcher dell’Università di Varsavia, borsista al St. Antony’s College di Oxford, ricercatore all’università di Maribor, Slovenia. Notista della Gazzetta del Sud responsabile di Osservatorio Internazionale.