DI MARIO PIAZZA
Da uomo posso immaginare che entrare con la forza nel corpo di una donna, immobilizzandone le braccia e tappandole la bocca o magari minacciandola con un’arma, non abbia nulla a che vedere con l’euforia di un amplesso e la magia di un orgasmo.
Si tratta di qualcosa di molto diverso. Lo stupro nelle intenzioni del carnefice è la distruzione della vittima, la negazione della sua volontà e della sua dignità, la celebrazione della propria forza capace di ridurre per pochi minuti un essere umano allo stato di oggetto senza anima ad uso esclusivo degli interessi perversi di chi lo compie.
Questo ha fatto il maledetto Sekou Souware, questo hanno fatto i giornali della destra più putrida e questo ha fatto Giorgia Meloni, una donna che nessuna donna sappia sentire come propria la sofferenza delle vittime di uno stupro dovrebbe non dico votare, ma neppure degnare di uno sguardo.