CATTIVISMO E NON VOTO

DI AFREDO FACCHINI

 

Più buio per tutti e rincari alle stelle.
È l’autunno che ci aspetta. Roba da pazzi.

Come non comprendere allora i sentimenti dei “cari elettori italiani”, sempre più soli, incattiviti e diffidenti nei confronti di un ceto politico irresponsabile, che con le sanzioni alla Russia ha innescato in Europa una crisi energetica senza precedenti. Tanto da far dire a Macron: “è finita l’era dell’abbondanza”.

La consapevolezza che le cose non vanno, e più ancora che non cambieranno si fa strada in un elettorato che è convinto che nulla e nessuno lo difenda da un futuro cupo e minaccioso.

E quando tutti gli indicatori segnano rosso sangue, in mancanza di alternative il Paese si riscopre di Destra. Perché è nelle viscere degli italiani.

Fa impressione rileggere una recente ricerca del Censis che tratteggia un profilo del nostro paese all’insegna della mancanza di empatia.

In breve. Le diversità dagli altri sono percepite come pericoli da cui proteggersi: il 69,7% degli italiani non vorrebbe come vicini di casa rom, zingari, gitani, nomadi, il 69,4% persone con dipendenze da droghe o alcol, il 24,5% persone di altra etnia, lingua o religione.

Il 52% dei cittadini è convinto che si fa di più per gli immigrati che per gli italiani, quota che raggiunge il 57% tra le persone con redditi bassi.

I più ostili verso gli extracomunitari sono gli italiani più fragili: il 71% di chi ha più di 55 anni e il 78% dei disoccupati.

Il cattivismo non fa sconti a nessuno. Il 43,2% non vuole convivenze tra persone non sposate, il 37,1% è paladino della tradizionale divisione dei ruoli (l’uomo al lavoro e la donna in casa con i figli) e il 22,7% è convinto che le faccende domestiche debbano sempre e comunque essere in capo alle donne, che lavorino fuori casa o meno (lo pensa anche il 19,7% delle donne stesse).

Rancore, livore bigotto e un intramontabile razzismo sono i target preferiti per una Destra ultrabecera che ha come testimonial una strillona indemoniata e un baciasalami.

Dopo aver concimato e nutrito paure primordiali, i “Melini” arrafferanno consensi da una avvilente guerra dei penultimi contro gli ultimi.

Rabbia e paura ci hanno drogato, ci hanno alterato quasi chimicamente, fino alla patologia. L’odio nasce da un cortocircuito, avvenuto per poter scaricare una rabbia che è stata preparata accuratamente. [Bergonzoni]

Sigmund Freud aveva capito tutto e scrive: ”Pur essendo incline a tutti gli estremi, la massa può venir eccitata solo da stimoli eccessivi. Chi desidera agire su essa, non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti; deve dipingere nei colori più violenti, esagerare e ripetere sempre la stessa cosa”.

La mancanza di alternative.

Lo abbiamo già scritto: il Pd poteva giocarsela contro la peggiore destra di sempre. Invece, Enrico Letta, ha deciso di giocare al contrario: ha scaricato Conte per imbarcare Calenda, che dopo averlo sedotto lo ha abbandonato.

C’è poi l’area del non voto. Se si prendono in considerazione le ultime elezioni politiche (2018), si compone di 13,7 milioni di persone alla Camera e 12,6 milioni al Senato: sono gli astenuti e i votanti scheda bianca o nulla.

Nel tempo, la quota percentuale dell’area del non voto sul totale degli aventi diritto è salita dall’11,3% del 1968 al 23,5% del 1996, fino al 29,4% del 2018.

Chi sono a spanne? C’è chi pensa che alla fine della fiera i politici siano tutti uguali e abbiano stufato. C’è poi chi si sente orfano di un passato che non c’è più e chi non ne può più di votare sempre il meno peggio.

Infine, c’è – ma il numero si assottiglia malinconicamente – chi non vota, ma lotta.

Qualcuno la chiama democrazia, qualcun altro nel modo che gli piace, ma, in realtà, la nostra democrazia è di fatto un’aristocrazia con il consenso della massa.
Noi abbiamo sempre avuto dei regnanti, talvolta per discendenza, talvolta per elezione. [Platone]