DA REDAZIONE
Si può cuocere la pasta a fuoco spento, parola del Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. “È la terza volta che provo e devo dire funziona!“, ha scritto su Facebook il docente Università La Sapienza di Roma, dov’è anche Direttore del centro Statistical Mechanics and Complexity, postando anche la foto della pentola sul fuoco.
Giorgio Parisi, Nobel in cottura
È davvero desolante vedere un uomo di scienza e prestigio come Giorgio Parisi prestarsi alla sciocca campagna sul risparmio del gas mediante le dritte della buona massaia.
Nell’idea che si possa ridurre il consumo attraverso piccoli accorgimenti si nasconde infatti un insidioso ricatto morale, relativo all’idea che l’uso eccessivo di gas dipenda non solo dalle nostre abitudini, ma persino dalle nostre necessità basilari, come quella elementare di cuocere la pasta, cioè un cibo essenzialmente economico, democratico, per tutti.
Secondo quest’ottica, di fronte al rincaro delle bollette dovuto alle sciaguratissime scelte geopolitiche dell’Italia, alla sudditanza di tutta l’UE alle imposizioni americane e al dominio assoluto e incontrastato dell’economia di mercato, è sempre possibile far ricadere le colpe sul singolo cittadino, il quale “non fa abbastanza”, “è egoista”, “non si impegna”, “non segue le dritte dei premi Nobel”.
Il paradosso di queste considerazioni è poi proprio quello di delegittimare l’individuo come parte di un insieme sociale: “sono tutti egoisti e allora anche i miei errori sono giustificati”. Davvero deprimente.
A questo si aggiunge poi un fatto che lascia davvero sbalorditi. In quanto premio Nobel Parisi svolge un ruolo pubblico, direi addirittura pedagogico. Far credere che la soluzione o comunque i rimedi anche solo parziali alla situazione attuale dipendono dai singoli cittadini e dai loro comportamenti è una colossale menzogna.
Certo, ognuno deve fare la sua parte, gli sprechi vanno condannati, ma le battaglie per l’energia chiamano in causa la collettività nel suo insieme, così come l’intervento dello Stato. Dietro le dritte di Parisi si nasconde dunque, imperterrita, la solita solfa neoliberale che da anni ci viene propinata a danno della politica intesa come lungo di conflitto e di affermazione dei gruppi sociali e del loro punto di vista sul mondo.
Mi spiace davvero. Ho una grande stima per Parisi. Ho letto alcuni suoi interventi molto belli. Non dubito che abbia agito in buona fede, ma è caduto in un tranello diabolico. Non me l’aspettavo.
Articolo di Paolo Desogus, dalla Redazione di
5 Settembre 2022