DI ANTONELLO TOMANELLI
In un’intervista resa al quotidiano La Repubblica, Emma Marcegaglia fornisce un’analisi speculare a quella fatta pochi giorni fa dalla portavoce del ministro degli Esteri russo Lavrov. Secondo l’imprenditrice lombarda «le sanzioni sono diventate uno strumento di concorrenza sleale per i produttori italiani», i cui promotori sono «seduti dall’altra parte dell’oceano».
Le imprese italiane finiranno per essere «distrutte dai fratelli d’oltreoceano». Accusa «imprenditori, gestori della finanza e teorici dell’economia politica» di non essere stati «minimamente in grado di prevedere il disastro assoluto del sistema produttivo europeo che si profila all’orizzonte».
Nata e cresciuta in una famiglia di imprenditori dell’acciaio, laurea in economia aziendale alla Bocconi, Emma Marcegaglia è stata presidente di Confindustria dal 2008 al 2012, presidente di Business Europe (l’ente che aggrega tutte le Confindustrie europee) dal 2013 al 2015, nonché presidente dell’ENI dal 2014 al 2020.
E non lesina aspre critiche nei confronti degli stessi USA, parlando di «concorrenza sleale» che Washington, primo sponsor di quelle sanzioni, starebbe attuando a scapito delle nostre aziende, proprio allo scopo di colpire la produzione italiana.
Auguri a Luigi Di Maio, che dovrà riprendersi dal forte shock per non aver potuto parlare, almeno una volta, di «ingerenze».