DI MARIO PIAZZA
Con tutta probabilità quella del titolo è l’unica ragione che potrebbe aver spinto (secondo i sondaggi a cui non credo) un partito che alle scorse elezioni politiche aveva raccolto meno del 5% dei voti ai livelli terrificanti di oggi.
Quel cinque per cento teneva insieme la marginalità dei nostalgici di robaccia che non hanno conosciuto, gli interessi di bottega di piccole corporazioni “borderline” in cerca di protezione come i tassisti, i discotecari e i balneari e quella fauna aggressiva e prepotente che alligna nelle periferie dimenticate ma anche in tante famiglie borghesi delle ZTL.
Insomma, io credo che l’ascesa dei Fratelli d’Italia abbia poco o nulla a che vedere con le esibizioni tragicomiche della sua leader e ancor meno con la visione di una società maleodorante, ingiusta e rozza che quel partito offre ai suoi possibili elettori di oggi.
La forza propulsiva del neofascismo meloniano è essenzialmente dovuta all’incapacità dolosa degli altri maggiori partiti, alla miopia colpevole di chi per i fuggevoli vantaggi di bottega in un modo o nell’altro è riuscito a far incazzare la maggioranza dei propri clienti.
Se fossi in loro prima di abbassare definitivamente la saracinesca un tentativo lo farei in queste due settimane che rimangono, e la prima cosa da fare sarebbe chiederci scusa.