DI CRISTINA CORREANI
Quando Benedetto XVI andò in visita ufficiale in Spagna la prima volta con Zapatero presidente fu accolto dalle autorità politiche all’aeroporto come si conviene fra capi di stato ma poi Zapatero non partecipò alla messa officiata dalla loro santità.
Tsipras fu il primo capo del governo della Grecia che per la prima volta nella storia non giurò davanti all’arcivescovo ortodosso ma lo fece col rito laico davanti al presidente, come si conviene alle democrazie dove lo stato fa lo stato e la chiesa, la chiesa.
Noi non siamo l’America, dove anche i presidenti democratici giurano sulla Bibbia e promettono fedeltà a Dio.
I politici dello stato laico non hanno solo l’impegno simbolico delle loro azioni ma hanno anche il dovere di avere atteggiamenti, modi di fare, di dire e di porsi neutrali.
Voi ce lo vedete un presidente della repubblica italiana, quale che sia la sua estrazione politica che non va alla messa officiata dal papa in un paese dove ministri, presidenti di regione, sindaci, presidenti del consiglio trasformano sempre la loro fede religiosa in gesti e dichiarazioni istituzionali? Lasciando da parte l’ostentazione dei simboli religiosi di salvini, carnevalate irricevibili anche per chi non crede potrei fare un elenco infinito di tutte le volte in cui non è stata la chiesa a interferire apertamente nella politica ma sono stati i politici a mandare messaggi precisi alla chiesa con gesti, dichiarazioni, esibizioni di stampo religioso.
L’ultimo purtroppo solo in ordine di tempo è stato il neoeletto in Toscana che come prima visita ha scelto il santuario della Madonna.
Visita che avrebbe potuto e dovuto fare casomai in forma privata, non portandosi dietro i fotografi.
Perché comunque la si pensi questa roba non è normale ed è tutto ciò che fa da ostacolo fra l’Italia e un paese davvero libero e civile.