DI MARIO PIAZZA
Ci siamo arrivati, dopo una campagna elettorale che ha seminato più dubbi che certezze nelle condizioni più drammatiche che il mio paese abbia mai attraversato dalla fine della seconda guerra mondiale, è arrivato il momento di scegliere.
Per questo è una scelta importante, una scelta che determinerà lo scenario dei prossimi anni per me, per le persone che amo e per tutti quelli con cui la vita è stata meno gentile e verso i quali mi sento in debito.
A prescindere dall’ideologia e dalla cultura è proprio questo sentimento di fratellanza universale che distingue la destra dalla sinistra, e io sono e sarò di sinistra estrema a prescindere da dove apporrò la mia crocetta dopodomani.
Come tutte le scelte importanti anche questa comporta dei dubbi che nessuno è in grado di sciogliere ed è proprio per questo che la mia scelta tra i tre partiti che considero votabili (Sinistra Italiana, Unione Popolare e M5S) poggia sulle poche certezze di cui dispongo.
La prima certezza me la da questa legge elettorale infame che piace tanto alla destra e che a sinistra nessuno ha voluto o potuto cambiare. Possiamo essere certi che votare Sinistra Italiana, al netto di quel paio di persone di autentica sinistra che entreranno in Parlamento, non sarà diverso dal votare per Enrico Letta e il suo Partito Democratico. Mi dispiace ma proprio non posso farlo, non posso farlo per la deriva guerrafondaia che un malinteso atlantismo ha generato, non posso farlo per l’irresponsabile disinvoltura con cui si è abbandonata ogni cautela sulla pandemia per la gioia di Confindustria, non posso farlo per le tremebonde posizioni verso il capitale e la finanza che stanno erodendo i diritti sociali conquistati nei decenni passati sulla pelle di milioni di lavoratori.
Ho altre certezze, e queste riguardano l’Unione Popolare di De Magistris. Sono certo che i valori di quel partito sono anche i miei ma sono altrettanto certo che non sono questi i tempi in cui si possa dare il voto a una forza politica pimpante quanto estemporanea che, come tutte quelle che l’hanno preceduta da Democrazia Proletaria a Liberi & Uguali, non avrà alcuna rilevanza parlamentare e inizierà a disperdersi un minuto dopo i risultati elettorali.
Per tutta la vita ho dato il mio voto all’estrema sinistra come testimonianza dei valori in cui credo ricevendo in cambio cocenti delusioni ed è con grande tristezza e preoccupazione che ho maturato la convinzione che oggi, sull’orlo di un orribile precipizio, è un lusso che non mi posso permettere.
Per questo, augurando successi travolgenti ai partiti che ho escluso, voterò il Movimento 5 Stelle rifondato da Giuseppe Conte.
Perché l’unico Parlamento che data la situazione posso augurarmi è quello che potrebbe vedere la destra mancare l’annunciato trionfo a cui si opporrà tutto ciò che destra non è ma che in gran parte non è neppure sinistra, con l’unica forza politica che potrà avere sufficiente consistenza a fare da ago della bilancia.