DI MARIO PIAZZA
Ma chi se ne frega se ha perso di più il PD, la Lega o De Magistris.
Sarei abbastanza vecchio e solido per fregarmene di ciò che avviene nelle segrete stanze della politica e in quelle pubbliche del Parlamento e sarebbe facile rifugiarsi nella retorica fallimentare e consolatoria del “tanto non cambierà nulla”.
Non avendo coltivato illusioni non posso essere neppure deluso, e allora perché il mio umore profondo è semplicemente fetido come raramente è stato anche quando la vita mi ha sferrato qualche pugno sul naso? A occhio nudo non si vede, rido e scherzo come al solito, passeggio coi cani, gioco a golf, mi strafogo di buon cibo e di buon vino come sempre.
Però dentro di me si è rotto l’ultimo filo di fiducia nei miei simili che mi hanno dimostrato definitivamente come cultura, serietà, onestà, passione e solidarietà in democrazia siano soltanto carabattole personali che con la società c’entrano poco o nulla e diventano addirittura un impedimento quando si tratta di interpretarne l’anima.
Passerà anche questa, elaborerò il lutto in pochi giorni e alla fine mi farò pure una risata nel vedere “gli alberi che hanno votato per l’ascia perché aveva il manico di legno”. Fino alla prossima volta.