DI ENNIO REMONDINO
Ogni anno nel mondo circa due milioni di persone muoiono a causa di un incidente sul lavoro o per malattia professionale, fra cui 12 000 minori. Su 250 milioni di infortuni 335 000 sono mortali : 170 000 nel settore agricolo, 55 000 nel settore minerario e 55 000 nelle costruzioni. Oltre 100 000 i decessi causati dall’amianto.
Solo in Italia si registrano circa un milione di incidenti sul lavoro ogni anno, di cui oltre 1 000 mortali. E il costo per la collettività supera i 28 miliardi di euro.
«Mio papà si chiamava Ottavio ma tutti lo chiamavano Remo, e anche da questo è nato “remocontro”. Mio papà è morto che io dovevo ancora compiere i nove anni e mia sorella 12. “Cause di lavoro” all’Ilva genovese. Fatto personale. Scusate».
In Italia 677 morti sul lavoro in otto mesi, tre vittime al giorno
Mattarella: «Inaccettabile per un Paese moderno, non si può rischiare la vita per lavorare».
In Italia 20 mila morti sul lavoro negli ultimi 15 anni. Gli incidenti mortali sul lavoro in Italia, nei primi 8 mesi dell’anno, sono stati 677, con una media di quasi tre vittime al giorno. In totale, gli infortuni denunciati nel periodo gennaio-agosto sono 484.561 (cioè 2.019 al giorno), con un aumento del 38,7% rispetto ai 349.449 dei primi otto mesi del 2021. Le malattie professionali sono state 39.367 (+7,9%).
Storie di vite spezzate, di famiglie distrutte
E sui morti sul lavoro il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «I numeri delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con i quali si è cercato, nel tempo, di prevenirli, sono allarmanti, drammatici. Raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni, ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i luoghi di lavoro posti sicuri, in cui sia rispettata la dignità della persona».
Lavorare non può significare mettere a rischio la vita
«La sicurezza nei luoghi di lavoro non è stata una priorità per le forze politiche che si sono candidate a governare il nostro Paese: riferimenti alla sicurezza nei luoghi di lavoro scarsi e poco concreti, eccetto qualche raro proclama e nessuna strategia per dare una svolta a questo dramma ben noto», denuncia l’associazione della vittime sul lavoro.
Nuovo Parlamento, maggiore impegno
«Oggi vogliamo rivolgerci al Parlamento che sta per insediarsi e al Governo che sta nascendo: la sicurezza dei nostri lavoratori deve tornare ad essere una priorità per il nostro Paese, dobbiamo fermare a tutti i costi la strage che si sta consumando sotto i nostri occhi. Questa nuova legislatura ci dà la possibilità di iniziare un nuovo capitolo, forse nel momento in cui ce n’è più bisogno, ma abbiamo il dovere di agire subito».
Articolo di Ennio Remondino, dalla Redazione di
10 Ottobre 2022