ESPLOSIONI A BEIRUT. TORNA LA PAURA DELLA GUERRA CIVILE

DI LUCA BAGATIN

Beirut devastata, ieri, da due potenti esplosioni che hanno causato oltre 100 morti e 4.000 feriti.

E’ in corso un’inchiesta per comprendere che cosa abbia causato l’esplosione che, ad oggi, risulta provocata da un incendio in un deposito nel porto, ove erano immagazzinate 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio, anni fa sequestrate da una nave.

E’ inaccettabile che 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio fossero tenute immagazzinate in condizioni non sicure”, ha dichiarato il Presidente Michel Aoun.

Il Ministro della Salute del Libano, Hamad Hasa, intanto, consiglia a chiunque di evacuare la città, in quanto, ha affermato, i materiali sprigionatisi nell’aria dopo le esplosioni, potrebbero avere – a lungo termine – effetti mortali sulla popolazione.

Oltre 300.000 gli sfollati, come precisato dal governatore della città, stima in oltre tre miliardi di dollari i danni materiali.

L’organizzazione paramilitare di ispirazione socialista araba – Hezbollah – ipotizza, in un comunicato – come si apprende dall’Adnkronos – che le due esplosioni siano state causate da una azione di sabotaggio da parte di Israele e si unisce al cordoglio per le vittime. Fonti dell’intelligence occidentale, secondo quanto appreso dalla medesima agenzia di stampa, ritengono che ad essere stato esploso possa essere stato un deposito di armi di Hezbollah.

Fra i sopravvissuti all’esplosione anche un italiano, Vincenzo Orlandini, direttore della sezione alberghiera dell’Orient Queen, nave da crociera attraccata in quel momento al porto di Beirut e travolta dalla deflagrazione.

Le esplosioni di ieri riportano alla memoria gli anni della guerra civile in Libano, fra il 1975 e il 1990. A Beirut si ricordano ancora i numerosi attentati, da parte dei servizi segreti israeliani, con autobombe, che hanno ucciso centinaia di civili libanesi e palestinesi.

Luca Bagatin