DI GIOACCHINO MUSUMECI
Repubblica scrive che la Meloni ha dichiarato : “Il reddito di cittadinanza non è stato utile a contrastare strutturalmente la povertà e non ha funzionato come strumento di inserimento nel mercato del lavoro”.
Ciascuno può esprimere la propria opinione su qualsiasi argomento e di certo il pubblico non è avvezzo a verificare l’attendibilità di certe estrapolazioni ma un presidente del consiglio assertivo e impegnato nel confondere opinione e verità si discosta dalla disciplina e onore promessi nel giuramento, ancor più quando l’opinione diventi mistificazione e da questa derivino norme giuridiche.
Al netto di tutte le contraddizioni della Meloni su cui meglio sorvolare, domando chi sia tra lei e Istat la fonte più autorevole per definire i parametri di utilità della misura grillina contro cui la premier combatte come un’ossessa e deraglia fuori dalla realtà.
Per fortuna Istat è un istituto autenticamente italiano dunque nessuno solleverà obiezioni su interessi che mirano a diffamare chi oggi si definisce vittima della Sx. Visto che siamo al di sopra del pollaio andiamo ai fatti.
Secondo Istat nel 2022 ci sono 1milione di poveri in meno proprio grazie alla misura che secondo la narrazione meloniana, che tutto guarda numeri esclusi, non ha contrastato la povertà.
Se il più importante istituto di rilevazione statistica sostiene il contrario di quanto dichiarato dal premier qualcuno mente. Non che la cosa stupisca ma per certo l’Istat non è un partito di Sx, dunque al governo mancherà l’elemento cardinale del suo famoso ed elevatissimo contraddittorio. A me pare lampante una verità: il presidente del consiglio, non conosce i dati e si pronuncia squisitamente a vanvera. E quando parla di contrasto strutturale alla povertà cosa intenda precisamente la Meloni resta un segreto. Forse dal suo punto di vista alzare il tetto dei contanti a 5mila Euro contrasta la povertà e difende i deboli, oppure portare a 60 euro la cifra per cui un commerciante può rifiutare le transazioni elettroniche difende i deboli ma in che modo avvenga è sempre un segreto. Inoltre Istat rileva che la povertà senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata di 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8% (a fronte del 18,7% osservato).
Eppure tutto questo non suggerisce nulla e la “capa” del governo insiste nella narrazione scollatissima dalla realtà.
A questo si aggiunge che quattro milioni di dipendenti del settore privato guadagnano meno di 12mila euro l’anno e Meloni non dice una parola ma forse anche questo contrasta strutturalmente la povertà mentre il Rdc concorre a non risolverla. Siamo davvero all’assurdo. La Meloni solo da parlamentare percepiva mensilmente circa 14mila euro e va bene ma la domanda è: In che modo può capire la vita dei miseri se della povertà rifiuta di riconoscere l’esistenza. E mentre nel settore privato annoveriamo stipendi da terzo mondo, vantiamo anche il più basso numero di dipendenti pubblici in rapporto alla popolazione d’Europa.
La Meloni ha dichiarato che non c’è Welfare senza qualcuno che produce ricchezza ma garantire lavoro sottoretribuito per quelli che secondo i suoi parametri sono percettori occupabili non produce ricchezza, al massimo lavoratori poveri privati di aspettative e aspirazioni, nulla più di questo. Come sia possibile non capirlo è un arcano che può conoscere solo chi non produce ricchezza materiale e spirituale ma montagne di bugie.