LA GUERRA AI DISPERATI

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Associare un utile strumento sociale come il RdC alla delinquenza è di per se un crimine

Trovo miserevole e davvero meschino mettere al centro della vicenda della strage di Roma anche il fatto che il killer avesse percepito il Reddito di cittadinanza.
Da informazione totalmente collaterale – per non dire inutile e superflua – siamo passati alla centralizzazione del tema, come se quello fosse un nodo vitale per la psicologia della persona. Un processo che avviene ogni volta: se Tizio ha fatto X e percepiva il Reddito di cittadinanza, quest’ultimo inutile dettaglio viene centralizzato per associarlo al gesto di Tizio.
L’effetto è lo sghignazzare generale, commenti grotteschi. E il risultato sperato da molti: l’associazione di quello strumento alla delinquenza, la furberia e ora a quanto sembra anche lo stragismo.
La guerra ai disperati si sviluppa anche tramite armi psicologiche. E dai che ridai che ridai, a forza di associare camorristi, furbi, stragisti e ladri al Reddito di cittadinanza (nonostante questi rappresentino forse lo zero virgola dei percettori), si è riusciti a far passare l’abolizione dello strumento come un atto di giustizia.