DI ENZO PALIOTTI
Come dice il Sig. Presidente del Consiglio, parlando ovviamente del perché si deve eliminare il reddito di cittadinanza, dice che un laureato deve lavorare, ma non nell’ambito degli studi fatti, deve fare qualsiasi lavoro pur di non stare in divano a poltrire. Poi allo stesso tempo parla di meritocrazia, ma quale? Quella di chi è più furbo, quella che si procura per conoscenze? Quella delle raccomandazioni?
Ma lo sa poi la signora Presidente del Consiglio quanto costa portare i figli al compimento degli studi? Quanto costa materialmente, le tasse scolastiche fino all’università sono un peso rilevante (un vero scandalo). Senza contare quanto costa a una famiglia mantenere i figli per circa 20 anni e più, se consideriamo che terminati gli studi, prima che questi si rendano autosufficienti. E non è finita qui perché dopo tutti i sacrifici fatti con una laurea in tasca, e magari un 110 e lode, si dovrebbero accontentare di un posto qualsiasi con uno stipendio da fame, viste le cifre che girano, e certamente qualcosa che nulla ha a che vedere con gli studi fatti.
Questo si chiama appiattimento in basso.
Questo si chiama creare una “massa informe” di cittadini, questo significa aumentare la povertà, il disagio, questo si chiama distruggere la cultura, rendere inutile la scuola, abbassare ancora di più il livello di scolarizzazione, siamo già agli ultimi posti in Europa per il rapporto cittadini/laureati.
Stiamo quindi tornando indietro invece di avanzare, che forse è azzardato dire che la classe dirigente attuale vuole l’ignoranza? La quantità invece che la qualità. Che tipo di società futura hanno in mente se non quella dove il solco tra chi ha i mezzi necessari può aspirare ad una vita decente e chi fa fatica a raggiungerla, se la raggiunge, diventa sempre più profondo. Forse una società che amplifichi sempre più il divario tra Cittadini e Stato?
Tra povero e ricco.
Tra Casta e plebe.
Una nuova schiavitù.
Quella del ventesimo secolo.