DI CLAUDIO KHALED SER
Potremmo bruciarlo in piazza, come si faceva un tempo con le streghe, per cancellare la malvagità che incombe.
L’esorcismo é da sempre la cura migliore per debellare il male.
Meglio dell’antibiotico.
Quindi incominciamo ad allestire le pire e prepariamoci al fuoco purificatore.
Bruciamo quest’anno maledetto, dal 1° cambia tutto perché il problema sta nel 31.
Questo bizzarro modo d’incolpare un pezzo di carta, chiamato calendario, dei mali incombenti, é in uso da sempre.
Anche nel 1433 e nel 1618.
I dinosauri sono ancora incazzati col Cretaceo.
Il 2022 é stato un lasso di tempo pessimo, nonostante gli “auguri” che ci siamo scambiati 12 mesi fa.
E lo sarà anche il 2023.
Perché mai dovrebbe essere diverso ?
Abbiamo per caso trovato le bacchette magiche che con un abracadabra riscrivono tutto ?
Si vabbé, c’é la speranza.
Quella cosa strana che fa credere agli uomini che tutto potrebbe cambiare nonostante loro non cambino mai.
Ma la speranza, amici miei, va nutrita con i fatti.
Ha delle basi su cui poggia, ha probabilità perché la si costruisce pezzettino per pezzettino, é fango che si modella per ottenere scultura.
Non é una roba così, messa li tanto per averla.
Non é che uno va in giro per strada dicendo “guardate che bello io ho la speranza in tasca”.
Quella si chiama demenza.
Io ho sempre amato muratori e contadini.
Sono l’esempio vivente di chi costruisce mettendoci del suo.
Di chi fa e non guarda gli altri fare.
Non si nutrono di speranza davanti al cemento, davanti ad un campo.
Ci mettono mano.
Lo lavorano, sapendo che solo con la loro fatica si ottiene un risultato.
Mica stanno a brindare, fare cin cin cin e scambiarsi auguri.
Si rompono il culo con i badili, le betoniere e gli aratri.
Quindi, cortesemente, piantatela con la paranoia che “domani é un altro giorno” se non fate un beato cazzo perché sia diverso.
Altrimenti ci ritroviamo fra 12 mesi allo stesso punto.
Volete che il prossimo insignificante lasso di tempo, sia diverso ? Cambiatelo.
Non gettate robe vecchie dalla finestra.
Gettatevi.
Buttate via quello che di voi non vi piace, quello che é sbagliato, quello che non é giusto averlo intorno.
Fate pulizia, non degli armadi, ma dentro di voi.
Smettetela d’accettare per quieto vivere perché di quieto non ha niente.
Vi logora e basta.
E se dovete dire BASTA, ditelo, abbiate coraggio, fatelo.
Imparate ad essere muratori e contadini.
Allora la “speranza” cioè l’impressione che le cose possono cambiare, vi apparirà davanti.
E non sarà l’unicorno rosa, ma il mattone con il quale costruite.
Solo così, un 31 qualsiasi potrà diventare un 1.
Altrimenti resterà un 32.