INFLAZIONE. CALA A DICEMBRE, MA NEL 2022 E’ IL DATO PIU’ ALTO DAL 1985

DI VIRGINIA MURRU

 

Secondo le stime preliminari pubblicate dall’Istat, nel mese di dicembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo, per l’intera collettività (al lordo dei tabacchi), risulta in aumento dello 0,3% su base mensile, un lieve calo, ma importante. Su base annua va all’11,6%, era a 11,8% a novembre. Non sono ancora i dati definitivi, precisa l’Istituto di Statistica.

Nel 2022, tuttavia, l’inflazione, in media, ha subito un aumento veramente notevole, pari a +8,1%, e preoccupante, se si confronta con i dati del 2021, quando il dato medio annuo era dell’1,9%. E’ in definitiva l’aumento più rilevante registrato in circa 40 anni. Solo nel 1985, infatti, i dati inflazionistici registrarono il 9,2%.

Sulla base delle rilevazioni Istat, le ragioni del rialzo sono da attribuire all’andamento dei prezzi nel settore energetico, con +50,9% di media annua nel 2022, mentre l’anno precedente aveva registrato solo un aumento del 14,1%.

Secondo le stime preliminari, pertanto, l’inflazione acquisita per l’anno in corso è del 5,1%, ben più elevata rispetto a quella del 2022, che era pari a +1,8%.

Il dato medio annuo dell’inflazione riguardante l’anno appena trascorso, significa un aumento del costo della vita di 2.220 euro a famiglia media, dei quali 500 riguardano il carrello della spesa, come ha peraltro specificato l’Unione Nazionale Consumatori.

Anche in Germania e Francia i dati sull’inflazione (dicembre periodo di riferimento) sono calati. Secondo l’Istituto di Statistica francese, sarebbe diminuita dello 0,1%, rispetto al mese precedente, quando il rilievo  fu dello 0,3%. Il dato medio annuale è invece molto più basso rispetto a quello italiano: ha segnato un +5,9%, migliore delle aspettative.

In Germania, invece, l’andamento dei dati è migliorato grazie agli interventi del governo, finalizzati a ridurre l’impatto delle bollette di dicembre. A dicembre, dunque, si è rilevato un tasso d’inflazione dell’8,6%, inferiore a quello di novembre, che era stato del 10%.

Intanto, la Bce, che monitora l’andamento del tasso d’inflazione tra i Paesi dell’area euro, ha rialzato i tassi d’interesse, con l’obiettivo di controllare il trend in aumento dell’inflazione.

Alla decisione del Consiglio Direttivo della Bce, che ha previsto ulteriori significativi aumenti, e ha quindi deciso di aumentare i tassi, è seguita quella della Fed, la quale a metà dicembre ha annunciato un aumento dei tassi pari a 50 punti base (come la Bce), portando il tasso al 4,25-4,5%. E’ il settimo rialzo consecutivo e il più alto livello in 15 anni.  Sembra che altri interventi di politica monetaria simile seguiranno nell’anno in corso, sempre con l’obiettivo di riportare l’inflazione sotto controllo, ossia al 2%.