DI FERNANDA TANZILLO,
Il governo è fra due fuochi, Sindacato e Confindustria.
I sindacati avvertono il governo: «La proroga deve durare fino alla fine dell’anno, o si assumerebbe tutta la responsabilità del rischio di uno scontro sociale, sciopero generale il 18 settembre». È scontro con Confindustria sul rinnovo dei contratti della sanità e alimentare.
Landini sostiene la necessità della proroga allo stop dei licenziamenti perché, dice, “dovrebbe essere chiaro a tutti che subire un licenziamento per una persona è un dramma”, pertanto “il lavoro, anche nei ruoli più umili ed essenziali, ci ha fatto uscire dalla fase più drammatica della pandemia”.
“Non vogliamo lo scontro, è il momento di coesione e responsabilità, anche delle imprese”.
Quindi, “non puoi ringraziare le persone che hanno fatto il loro dovere in questo periodo dicendo che ora possono anche essere licenziate. È un linguaggio sbagliato. La precarietà introdotta negli ultimi vent’anni – mettendo in discussione conquiste e diritti – non ha prodotto posti né migliorato la produttività delle aziende”.
A ribadire con forza la sua posizione anche Confindustria. “Come abbiamo spiegato in un documento inviato al governo due settimane fa – afferma un comunicato -, se l’esecutivo intende ancora protrarre il divieto dei licenziamenti, il costo per lo Stato sarà pesante.
Confindustria, secondo cui evocare lo sciopero è “inutile” e non poter licenziare “impedisce ristrutturazioni d’impresa, investimenti e di conseguenza nuova occupazione. Pietrifica l’intera economia allo stato del lockdown”
Nell’ultima bozza del provvedimento (decreto agosto) compare una possibile soluzione di compromesso: divieto di licenziare fino a fine anno solo per le aziende che ricorrono alla cassa integrazione. Per gli altri, il blocco verrebbe meno il 15 ottobre in concomitanza con la fine dello stato di emergenza.
La segreteria del Pd è per il 31 dicembre, però nel partito ci sono sensibilità diverse. E pure il M5s non è granitico, anche se la ministro del Lavoro Nunzia Catalfo è per la proroga a fine anno. Più definite le idee in Italia Viva, che punta alla scadenza breve, e in Leu, che invece vuole fortemente quella lunga.
Ad oggi non c’è ancora un’intesa nel governo sulla proroga del blocco dei licenziamenti introdotto per l’emergenza Coronavirus.
Il governo starebbe cercando una soluzione che leghi la proroga del blocco dei licenziamenti alla proroga della Cassa integrazione Covid.
L’egoismo confindustriale dunque non conosce limiti e pure in questa terribile situazione economica che fa seguito alla chiusura per pandemia batte cassa e lo fa in maniera sgraziata e prepotente, come se tutto fosse dovuto. E sono decenni che questa lagna va avanti fin dai tempi degli aiuti di Stato per la Fiat che in cambio non licenziava al Sud.
Lo Stato è nato per aiutare i deboli e non i forti ad essere ancora più forti. Dunque gli industriali devono dare e non prendere, devono offrire e non chiedere, devono essere generosi con i lavoratori e con la società e non egoisti e chiusi.