DI VINCENZO G. PALIOTTI
Anni fa pubblicai un post che diceva che la mafia non è solo un fenomeno criminale ma è anche una scelta di vita, un modo di vivere. Ogni abuso, sopruso, prepotenza, violenza per ottenere privilegi, soldi, può essere definito comportamento mafioso, e per questo non è necessario appartenere a “cosa nostra”.
Oggi sentendo queste parole ne sono ancora più convinto: “Dov’è la nostra mafia? La nostra mafia, che ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima. Dove sono? Non ci sono perché noi la stiamo completamente eliminando… Perché nessuno ha più il coraggio di difendere il proprio territorio”. (Fonte Repubblica 3 ottobre 2020) A profferire questa orribile frase è una certa “signora” Angela Maraventano, ex senatrice della lega di Pantelleria, parlando dal palco della manifestazione a sostegno di Salvini, impegnato in tribunale nel processo che lo riguarda per la faccenda della nave Gregoretti.
Questa frase fa venire in mente a tutti le tante vittime di mafia, per citare i quali bisognerebbe aprire una lunga lista. Uomini dello stato, poliziotti, magistrati ma anche cittadini comuni ammazzati, i primi per averla combattuta con tutte le loro forze, gli altri per non aver voluto accettare di vivere “tutelati” dall’anti stato, dalla mafia, come invece sogna di fare questa “signora”. Una gravissima affermazione che oltre ad offendere tutti quanti hanno vissuto per la legalità, contro il male a costo della propria vita, offende la Sicilia intera, i siciliani onesti, quelli che amano la libertà, la legalità, che lavorano onestamente e disprezzano non solo la mafia, la mentalità mafiosa, ma disprezzano anche persone come questa signora che la mafia la invoca con la sua orribile frase che la qualifica ma qualifica anche chi vorrebbe difendere proprio dalla legalità, Salvini cioè e qualifica anche il partito da loro rappresentato.
La scritta sulla maglia “processate anche noi” riferita al procedimento in corso contro Salvini e quella frase rivelano da che parte si è schierata questa persona e a chi si rivolge invocando protezione e tutela per la Sicilia, cioè dalla parte del peggiore cancro della nostra società.