DI MARIO PIAZZA
Nell’atrio della sede della CIA a Langley si può leggere sul pavimento un versetto del Vangelo secondo Giovanni, una frase rivolta da Gesù agli apostoli: “La verità vi renderà liberi”.
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Una frase molto enfatica, perfetta in bocca a Cristo e beffarda per un covo di serpenti come la CIA, una frase che Silvio Berlusconi ha riscritto ieri nella sua versione fattuale, perché a renderlo libero di esprimere la propria verità su Zelenski e sui governi che l’hanno preceduto non è la verità stessa, sono i miliardi di cui dispone.
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Mai avrei pensato di poter sottoscrivere una qualsiasi cosa detta, scritta o anche solo pensata dal vecchio Silvio, e invece è arrivato anche quel momento.
Berlusconi è stato un mio nemico storico fin dai tempi della Edilnord negli anni settanta, verso di lui non ho mai provato altro che una profonda ripugnanza. Mi ripugna quella mistura di grezza arroganza e di squallida astuzia che l’ha tenuto sulla cresta dell’onda per mezzo secolo, roba che mi ha sempre impedito di provare la minima invidia per le tutto ciò che di bellissimo ha potuto avere, case, barche, donne e quant’altro i suoi miliardi gli abbiano concesso.
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Oggi lo invidio, invidio il suo potere straordinario di dire ciò che pensa davvero in mezzo alla congrega di tremebondi gaglioffi della sua maggioranza politica, gente che per rimanere in sella al proprio somarello è pronta a rinnegare qualsiasi cosa, parenti, amici, se stessi e naturalmente la Verità.