DA REDAZIONE
Guerra d’Ucraina, schermaglie Russia-Nato. Il ministero della Difesa dei Paesi Bassi ha riferito che due caccia F-35 olandesi hanno intercettato una formazione di tre aerei militari russi (un ricognitore Il-20m, due caccia Su-28) nelle vicinanze dello spazio aereo della Polonia, scortandoli quindi più lontano, la notizia di ieri con enfasi politico giornalistiche varie e differenziate.
Sfioramenti d’assaggio. Le pressioni Usa su Zelensky e dintorni. Niente missili Atacms. Moldova e presunti i golpe creativi. San Valentino anti “Partizan Belgrado”, e la Polonia “islamica”.
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Sfioramenti d’assaggio
I tre velivoli militari di Mosca erano decollati dall’exclave di Kaliningrad per poi avvicinarsi pericolosamente all’area di responsabilità polacca della Nato ma sintesi di Mirko Mussetti su Limes. «Questo genere di attività non è rara e serve a testare la reattività dell’Alleanza Atlantica». Ma questa volta potrebbe essere qualcosa in più. «Un messaggio politico rivolto agli Stati Uniti e alle cancellerie euroatlantiche più ferme nell’appoggio incondizionato all’Ucraina». E forse non è nemmeno in caso che l’allarme per i tre aerei russi sia suonato mentre era in corso a Bruxelles la riunione del ‘Gruppo di contatto per l’Ucraina’, il Gruppo di Ramstein inventato e guidato dagli Stati Uniti.
Le pressioni Usa su Zelensky e dintorni
Gli Stati Uniti aumentano la pressione sull’Ucraina, affinché superi il «momento critico», cioè, che si faccia bastare quello finora ottenuto e lo uso sul campo di battaglia per il meglio dell’ottenibile. Washington ha promesso sì di sostenere Kiev fino a quando sarà necessario, «ma l’amministrazione Biden ritiene che i recenti pacchetti di aiuti rappresentino la maggiore (e forse l’ultima) opportunità per cambiare il corso del conflitto. Momento però che deve essere colto da Kiev». La Casa Bianca teme/sa che sarà difficile ottenere lo stesso livello di assistenza/soldi dal Congresso anche nei mesi a venire.
Niente missili Atacms
Lasciando correre il tira e molla sugli aerei caccia in cui si è lasciata impantanare l’Europa senza neppure una pista simbolica su cui atterrare, esattamente come l’Ucraina, il Pentagono va al concreto. Washington ha ribadito a Kiev che non invierà i tanto desiderati missili a lungo raggio Mgm-140 Atacms (gittata fino a 300 chilometri), motivando di non averne abbastanza per sé, e «danneggerebbe la prontezza dell’esercito statunitense in caso di combattimenti futuri in altri luoghi del pianeta». O il timore che qualche missile sparato sul bersaglio sbagliato possa scatenare un confronto diretto Usa-Russia.
Moldova e i golpe creativi
Moldavia Ucraina e lo spionaggio creativo. La presidente della Moldova Maia Sandu -sempre fonte Limes-, sostiene che le informazioni ricevute dall’omologo dell’Ucraina Zelensky su un rischio di colpo di Stato (filo russo) in Bessarabia sono attendibili e confermate anche dal servizio di intelligence nazionale. La presidente sostiene che i piani della Russia avrebbero il sostegno del partito ‘Șor’ sua avversario, e di tutte le organizzazioni affiliate, a partire dal leader e più volte presidente del parlamento Vladimir Plahotniuc.
‘Buffonate’ la sintesi della replica di Mosca, oltre alla denuncia al tentativo del nuovo governo di Chișinău di sciogliere il partito filorusso Șor e operare arresti tra i politici ‘filo russi’ dell’opposizione.
San Valentino anti “Partizan Belgrado”
Tempi grami per democrazia e confronto, anche nel calcio. Martedì 14 febbraio la Moldova ha chiuso per un’ora il proprio spazio aereo per ‘motivi di sicurezza’. Più semplicemente e meno giustificabile, per impedire l’arrivo nella piccola repubblica dei tifosi serbi della squadra di calcio ‘Partizan Belgrado’, attesi per la partita a porte chiuse contro lo Sheriff Tiraspol, la squadra della regione separatista della Transnistria. Il timore è che tifoserie notoriamente filorusse «potessero unire le loro forze per turbare la quiete pubblica e innescare una rivolta antigovernativa».
La Polonia “islamica”
Tra i molto sconvolgimenti legati alla tragedia Ucraina, anche diverse ‘stranezze’ geopolitiche. La scorsa settimana Polonia e Ungheria hanno inviato i propri ambasciatoria Tehran per celebrare il 44° anniversario della rivoluzione dell’ayatollah Khomeynī. A stupire di più la partecipazione di Varsavia. L’esplicito sostegno all’Ucraina rispetto le forniture militari che l’Iran assicura alla Russia e il rischio di indisporre gli Stati Uniti, alleato imprescindibile della Polonia. Una delle molte ‘singolarità’ dell’attuale maggioranza politica, istituzionale di governo a Varsavia.
Articolo dalla redazione di
15 Febbraio 2023