DI BARBARA LEZZI
Anche oggi, a media unificati, attraverso interviste ed analisi, il centrodestra annuncia di aver fatto una riforma epocale del fisco. Una riforma indimenticabile, di quelle sempre sognate ma mai ottenute.
.
Solo che poi sono gli stessi esponenti di centrodestra a dire che questa riforma che, probabilmente vedrà la luce tra un paio d’anni abbondanti, non serve a niente perché poi ne faranno un’altra per istituire la flat tax.
Quindi, si preparano alla propaganda per il prossimo giro di elezioni in cui diranno: abbasseremo le tasse a tutti!
Resta il fatto che nelle intenzioni meloniane c’è una certezza: far pagare meno a chi ha di più a scapito di chi ha meno.
È il caso di ricordare che già oggi i lavoratori autonomi, entro una certa soglia di ricavi, la flat tax già ce l’hanno e teniamo sempre presente che, una parte significativa dei lavoratori dipendenti, grazie a detrazioni e deduzioni, pagano meno di quanto prospettato da Meloni.
In pratica, per riformare il fisco senza nuove risorse, la Meloni ha previsto due step:
Il primo per rastrellare le detrazioni e le deduzioni che servono soprattutto ai redditi bassi ed il secondo per avvantaggiare i più abbienti con l’istituzione della flat tax.
Una seria riforma deve prevedere: riduzione della pressione fiscale, semplificazioni degli adempimenti e lotta efficace contro l’evasione. Di tutto questo, non c’è traccia.
Nel frattempo che ci tengono impegnati con la rivoluzione fiscale che ancora non c’è, non si parla di mutui con rate insostenibili, di credito alle imprese, degli aiuti contro i rincari delle bollette che scadono tra una settimana, di guerra, di stipendi bassi e di bassa crescita.