DI LEONARDO CECCHI
Apprendo con morale soddisfazione il fatto che gli insegnanti abbiano deciso di querelare tal Emma Guiducci, una tiktoker che nelle scorse settimane aveva pensato di fare un video dove insultava molto pesantemente la categoria, urlando sguaiatamente, perché questa sarebbe colpevole di dare troppi compiti ai bambini.
Per quel video, aveva riscosso approvazione e ammirazione in lungo e in largo nel Paese. Questo a testimonianza di una condizione abbrutita dell’Italia, che da un paio di decenni sprofonda sempre più verso un fondo culturale e morale. Dove ogni tabù sta venendo rotto, ogni valore dismesso, ogni forma di rispetto e regola sociale cancellate.
Sono lontani i tempi in cui eravamo un popolo affamato di istruzione, cultura, elevazione sociale. Quelli in cui la gente tornava dai campi e dalle fabbriche per imparare a leggere e scrivere alle Case del Popolo o alla RAI e faceva carte false per far studiare i figli.
In linea generale, ci stanno insegnando che il successo nella vita è dato dal numero di decibel che riesci a produrre urlando (e qui la prova è chi ci governa oggi, per altro). Da quanto dialetto usi mentre lo fai. Da quante risate riesci a suscitare facendo sfondoni di vario genere e via discorrendo nella lunga lista di variabili di basso livello che oggi garantiscono fama, successo, denaro. E che non includono certo cultura e istruzione anzi visti come ostacoli perché generatori di dignità.
La rivolta delle mamme tiktoker contro gli insegnanti che provano a far imparare storia, aritmetica e italiano ai figli è solo un sintomo. E la querela di questi ultimi una reazione giusta ma di fatto un dito nella frattura ormai creata nella diga e destinata ad allargarsi.
Più andremo avanti, peggio sarà.