DI ENNIO REMONDINO
Decine di iniziative per festeggiare il 25 aprile nei luoghi simbolo della Resistenza. Mattarella: tenere viva la memoria. La premier non ha annunciato altri appuntamenti oltre a quello istituzionale. La Russa volerà a Praga. L’Anpi: «il Governo e la Meloni si dissocino dal Ventennio»
PASSATO E PRESENTE, di Luciana Castellina
«Vero che il fascismo di Giorgia Meloni non coincide con quello di Benito Mussolini (diversamente da quello di alcuni suoi ministri o sodali), e però per quanto si controlli, poi le sfugge la verità: che anche lei una riflessione critica su quel ventennio non l’ha mai neppure tentata».
“Tenere viva la memoria della Liberazione”
«Bisogna tenere viva la memoria delle atrocità nazi-fasciste ma soprattutto non dimenticare quanti lottarono e permisero la liberazione dell’Italia dall’oppressione nazi-fascista». Il presidente Matterella alla vigilia. Ragionamento semplice e chiaro. Salvo per chi non stia ancora oggi idealmente dalla parte dei nazi fascisti che contro quella lotta partigiana lottarono con ferocia.
L’Associazione Partigiani
«Siamo in una situazione surreale dove il presidente del Senato ha detto quello che ha detto prima su via Rasella e poi sulla Costituzione, a questo si aggiungono le non dichiarazioni sul fascismo della premier Giorgia Meloni da quando si è insediata. Nell’anniversario della marcia su Roma non ha detto una parola e ha proseguito nel suo silenzio sui temi del fascismo», ha denunciato il presidente ANPI Pagliarulo.
Chiara e irreversibile dissociazione
Alla vigilia del 25 aprile il presidente dell’ANPI aveva chiesto dal partito di Giorgia Meloni e dai suoi esponenti nel governo «una chiara e irreversibile dissociazione dalla storia e dalla cultura politica del Ventennio che ha provocato enormi danni all’Italia. È evidente che c’è una riserva a parlare di questi temi da parte dei dirigenti di Fratelli d’Italia che provengono da una storia politica legata indirettamente o direttamente al Movimento sociale italiano».
Se due prime cariche dello Stato
La rappresentazione plastica di questa divisione politica e di valori che permane diventa clamorosa e offensiva leggendo l’agenda delle due prime cariche dello Stato: il presidente della Repubblica sarà in Piemonte, con una tappa simbolica a Boves, teatro della prima strage compiuta in Italia dai nazisti (24 civili trucidati, 350 case date alle fiamme) eseguita il 19 settembre del 1943 per punire gli italiani traditori dell’8 settembre; il presidente del Senato, Ignazio La Russa, invece volerà a Praga, per omaggiare la figura di Jan Palach, il giovane cecoslovacco diventato simbolo dell’anti-comunismo. Suicidio simbolo del 16 gennaio celebrato da La Russa il 25 aprile.
Meloni solo istituzionale
In questa dicotomia cerca di non inserirsi il governo che tacendo ai gesti provocatori che si sono succeduti in questa settimana, purtroppo dice.Giorgia Meloni si dovrebbe limitare alla parte strettamente istituzionale del passaggio all’Altare della Patria insieme al capo dello Stato, lo stesso La Russa che prima di volare e Praga cerca salvarsi il ruolo se non la faccia, e al presidente della Camera Lorenzo Fontana.
Stamane sul Corriere
Stamane, a sorpresa sul Corriere della Sera una lettera della premier, in cui tra le molte altre cose afferma, «Da molti anni infatti, e come ogni osservatore onesto riconosce, i partiti che rappresentano la destra in Parlamento hanno dichiarato la loro incompatibilità con qualsiasi nostalgia del fascismo». Proprio tutti forse no.
Editoriale di Ennio Remondino da:
25 Aprile 2023