DI VIRGINIA MURRU
Oggi, primo maggio, il governo celebra la giornata del Lavoro nel modo più emblematico, ossia lavorando alle misure già annunciate: la riforma del Reddito di Cittadinanza e il taglio al cuneo fiscale. E’ stato dunque approvato il Decreto Lavoro, oggetto di tensioni con le parti sociali, peraltro convocate proprio ieri sera dall’esecutivo, al fine di dialogare sui provvedimenti ormai intrapresi.
Il Consiglio dei ministri oggi è andato avanti per circa un’ora e mezzo, dando poi via libera al DL sul Lavoro.
La presidente del Consiglio ha evitato la conferenza stampa, spiegando in un video i dettagli concernenti il decreto appena approvato; ma ci sono state non poche critiche sulla tendenza della premier a glissare le domande dirette dei giornalisti sull’attività di governo. Sono quasi due mesi che si sottrae infatti alle conferenze stampa in diretta TV.
Ci ha pensato la ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, a spiegare i particolari del provvedimento, dal taglio del cuneo all’assegno di inclusione, dopo la riunione a Palazzo Chigi.
Così ha commentato la ministra al riguardo:
“Proprio nella giornata dedicata al Lavoro, il governo ha dato il via a provvedimenti significativi a sostegno delle famiglie, intervenendo ancora sul cuneo contributivo (ossia la differenza tra quanto incide il costo di un dipendente al datore di lavoro, e quello che al netto riceve il lavoratore), e l’introduzione dell’assegno di inclusione, provvedimento già annunciato a favore delle famiglie che presentano condizioni di fragilità. “
Sono interventi mirati, questi, secondo gli intendimenti dell’esecutivo, a sostituire il Reddito di cittadinanza. Ossia, secondo la ministra Calderone, si intende dividere la platea al fine di destinare le misure a favore di nuclei familiari i cui membri presentano diverse necessità. Riguarderà in definitiva i fragili, ossia le famiglie con soggetti over 60, con disabilità o minori a carico.
La ministra spiega poi una misura che sta particolarmente a cuore all’esecutivo, ossia un intervento di attivazione al lavoro, che parte però dal soggetto che intende intraprendere un percorso in merito, rendendolo possibile con la manifestazione della sua volontà a ritenersi disponibile. Coloro i quali verranno inseriti in percorsi di formazione, avranno diritto ad un sostegno per tutta la sua durata, oppure avranno la possibilità di scegliere il servizio civile.
Spiega ancora Calderone: “Il lavoro disponibile esiste, c’è tuttavia difficoltà ad intercettare la disponibilità dei lavoratori. A questo scopo sarà in tempi brevi disponibile una piattaforma che permetterà di incrociare domanda e offerta di lavoro, favorendo in tal modo l’interoperabilità delle banche dati, che metteranno a sistema le informazioni relative ai centri per l’impiego, Inps, agenzie per il lavoro, le aziende e gli Enti di formazione”.
La ministra del Lavoro ha difeso le misure del governo precisando che non si tratta di misure spot, ma di interventi seri che si concretizzeranno nei tempi previsti. E ha poi concluso:
“Nel giro di pochi mesi nuovamente si interviene con una misura a favore delle famiglie. Mi sembra di poter dire che il governo, rispetto a ciò che è accaduto in precedenza, è già intervenuto in manovra di bilancio con una riconferma e un aumento del cuneo. Intervenire nuovamente vuol dire avere una dimensione del fatto che è necessario dare un sostegno alle famiglie. Tutto ciò che si farà sarà tutto a vantaggio dei lavoratori, si scarica totalmente sulle buste paga”. Inoltre, “abbiamo degli interventi importanti a favore dei Neet e dei giovani disabili. Abbiamo costituito un fondo per il risarcimento delle famiglie che hanno perso i loro figli nei percorsi di alternanza scuola-lavoro“. Infine, ci sono “tanti interventi anche sul fronte della sicurezza sul lavoro e l’intensificazione dei controlli per gestire in modo più appropriato le evidenze in materia di sicurezza”.
Nonostante l’incontro di ieri tra il governo e le tre Confederazioni sindacali, il clima è tutt’altro che disteso. I sindacati intanto hanno indetto una mobilitazione generale proprio nel mese di maggio, la prima è stata fissata a Bologna il 6, la seconda a Milano il 13, e la terza a Napoli il 20 maggio. I sindacati intendono mettere in rilievo la necessità di un cambiamento delle politiche economiche e sociali.
Sottolineano la richiesta di un fisco giusto, una politica salariale più equa e una sanità pubblica ‘degna di questo nome’. I leader delle tre confederazioni hanno evidenziato la necessità dello stop alla precarietà in materia di lavoro. Basta obbligare i giovani a rifugiarsi all’estero per trovare un’occupazione più dignitosa, bisogna utilizzare nel nostro Paese la loro intelligenza, sostengono con forza.
Nel confronto di ieri sera col governo, vigilia della Festa del Lavoro, Cgil e Uil hanno fatto dichiarazioni poco lusinghiere nei confronti delle misure dell’esecutivo. Solo la Cisl ha ammorbidito i toni, sostenendo che qualche buona iniziativa c’è stata, bisogna poi capire se ci saranno miglioramenti con ulteriori interventi legislativi. Così si è espresso il Segretario Generale Luigi Sbarra, nel corso di un’intervista, dopo l’incontro con il governo:
“È importante che il Governo abbia confermato che ciò che arriva dal Def va interamente a tagliare ulteriormente il cuneo contributivo per le retribuzioni dei lavoratori. Questo intervento va rafforzato e reso strutturale. Considero utile questo incontro se determinerà un nuovo cammino di confronto e condivisione. “
Il leader della Cgil, Maurizio Landini, è stato il più critico, da sempre poco propenso a fare concessioni sulle misure intraprese dal governo in materia di Lavoro. Egli ha sostenuto con determinazione che il taglio del cuneo contributivo è temporaneo (per 5 mesi), e va invece reso strutturale. Non ha mai approvato la determinazione del governo ad eliminare il Reddito di Cittadinanza (già annunciato in campagna elettorale), e ora la sua sostituzione con l’assegno di inclusione. Afferma Landini:
“L’idea che in un momento in cui aumentano le povertà si tagli il RdC a noi sembra una follia”.
I sindacati sono stati critici anche sulla convocazione a Palazzo Chigi proprio alla vigilia del primo maggio, quando i provvedimenti ormai erano stati presi. E comunque Landini ha precisato che il dovere dei sindacati è quello di confrontarsi con l’esecutivo.
Il leader della Uil, Pier Paolo Bombardieri è stato anche più diretto e severo del leader della Cgil. Sulle misure del governo Meloni ha semplicemente affermato che si tratta solo di ‘piccole cose’, di interventi ‘spot’, mentre la situazione è grave, le famiglie lottano con il potere d’acquisto del salario, sempre più debole nei confronti di un’inflazione che non perdona. Landini è più preciso e parla di ‘salari falciati dall’inflazione’.
Il clima non è facile, ma il governo dovrà sempre fare i conti con il dissenso proveniente dalle parti sociali, interlocutore importante soprattutto in merito alle misure sul lavoro.