DI ALFREDO FACCHINI
Gaza – 15 morti è il bilancio dell’ennesima strage firmata dall’esercito israeliano. Altri 3 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania, nella città di Qabatiya.
«Abbiamo cominciato la scorsa notte l’operazione “Scudo e freccia”. Abbiamo eliminato 3 esponenti di alto grado della Jihad islamica a Gaza», ha dichiarato in un video messaggio trasmesso in tv il premier israeliano Benyamin Netanyahu.
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Ammesso e non concesso, si fa per dire, gli altri 13 palestinesi uccisi, fra cui donne e bambini, ovviamente sono da considerarsi danni collaterali.
Se fosse accaduto a Kiev? Apriti cielo.
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«Un crimine atroce commesso dall’occupazione israeliana».
Così il ministero degli esteri dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha condannato gli attacchi israeliani su Gaza. L’Anp ha quindi chiesto alla Comunità internazionale «un intervento urgente per fermare l’aggressione contro il popolo palestinese».
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Ecco la risposta da Washington: «Chiediamo a tutte le parti una de-escalation», ha detto un portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, aggiungendo tuttavia che Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi missilistici.
Bombe e ancora bombe.