DA REDAZIONE
La vicenda dei “The Borderline”, YouTuber seguiti da 600mila utenti, con un giro di affari di quasi 200 mila euro all’anno, protagonisti della tragedia costata la vita a un bimbo di 5 anni, ci appare come inspiegabile idiozia ma tanto inspiegabile non lo è.
The Borderline, la sfida finisce in tragedia
Stavano girando un video, “50 ore in macchina“, una delle tante sfide estreme già fatte. Sono un gruppo di ventenni chiamati ‘The Borderline‘, YouTuber seguiti da 600mila utenti, che intrattengono con le loro sfide.
Un giro di affari di quasi 200 mila euro all’anno. Per loro il rischio, più che uno stile di vita, è semplicemente business. Costi quel che costi. Più la sfida è estrema, maggiori sono i guadagni. Chi guarda ride e si diverte e loro passano all’incasso.
Ma la loro ultima sfida è finita in tragedia: all’Axa di Casal Palocco, l’auto di lusso che avevano noleggiato ha travolto una SmartForFour con a bordo una mamma e i suoi due figli. Manuel Proietti, 5 anni, è morto durante il trasporto in ospedale. La sorella di tre anni è grave.
I “nuovi mostri” sono gli idoli acefali
Magari The Borderline ci sono da sempre. Negli anni 60 sarebbero stati una rock band. Uno di loro forse era Gassman ne “Il sorpasso”. James Hillman ci spiegherebbe tutto con il bisogno ineliminabile dei giovani di un contatto con la morte che è negato dalla società occidentale d’oggi, il bisogno del rischio.
Sennonché c’è qualcosa di nuovo in questa orribile faccenda costata la vita a un bimbo di cinque anni e ci si deve sforzare, allontanandosi da questa morte straziante, per coglierlo.
È il trionfo del virtuale sul reale, che paradossalmente impedisce proprio il voluto incontro con la morte, che diventa un affare irreale, come nei videogiochi di guerra (e in come viviamo oggi la guerra davanti alle nostre tv o sui social).
Il delirio della rivoluzione digitale, dei ragazzi lasciati da soli con gli influencer acefali, passando per la dad e il lavoro a distanza.
Dobbiamo portarci sul groppone questo orrore come effetto collaterale della transizione digitale, dell’abbandono dei corpi, salvo accorgercene quando questi, e la innocenza dei loro cinque anni, sono a terra, in un pozzo di sangue, finiti da quella che ci appare come inspiegabile idiozia ma tanto inspiegabile non lo è.
Articolo di Mario Colella, dalla redazione di
16 Giugno 2023