LA MIA NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI… COME FOSSE ADESSO

DI LIDANO GRASSUCCI

 

Dio mio che paura. Guardavo fuori dalla finestra, era una bella giornata di sole, ma per me no. Pensavo: “non voglio stare qui”. Non ero proprio un secchione, la politica mi rubava tempo, spazio, e mi invitava alla vita. Poi gli amici… lo studio era una fatica che si aggiungeva. Ma domani c’erano gli esami, cosa mai potevo dire a quei professori che non potevo fregare perché non erano i miei?

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La mia notte prima degli esami… come fosse adesso

Tra me e me mi dicevo: ma l’hai sempre fatto il tema di attualità, ora perché non dovresti riuscire? Facile da dire, difficile da starci in quella condizione. Non so se Nicola Sciaraffa o Stefano Pompeo, o Augusto Cocchioni si “inventarono” che in Argentina, per gli italiani d’Argentina, la prova era sfalsata di 12 ore e quindi potevamo sapere in anticipo la traccia, da lì cominciò la caccia al parente argentino. Andammo a cercare il tema alla fine del mondo, avrebbe detto decenni poi Papa Francesco. E infatti cercammo un papa che non c’era, ma passammo una giornata non ti terrore ma di ricerca internazionale. Poi mica era tutto così liscio, dopo il tema c’era matematica, e li non potevi barare.

Da sentirsi male, volevo morire per quanto durante i 5 anni di liceo, il Grassi a Latina, avevo vissuto. Ero entrato poco più che bimbo, ora era un uomo o qualcosa che ci si avvicinava. Ma dovevo superare la prova.

La sfida era con me stesso, con le mie mancanze, con il fatto che mi preoccupavo ora per quanto non lo avevo fatto prima, arrogante come lo sono i ragazzi nell’”età dello stupido” come dicono a MiIano.

Era un tempo antico: Notte prima degli esami Venditti non l’aveva ancora scritta. Le radio libere mandavano Sara

Sara, svegliati è primaveraSara, sono le sette e tu devi andare a scuolaOh, Sara, prendi tutti i libri ed accendi il motorino

E Sara assomigliava tanto alle nostre compagne, alle scoperte di felicità, ma non potevamo dire questo alla maturità, eppure anche questo ci aveva fatto maturi. Ma queste sono chiacchiere di ora, allora era solo timore, paura

e alla radio il sentimento lo rendeva bene Eugenio Finardi

Extraterrestre portami viaVoglio una stella che sia tutta miaExtraterrestre vienimi a cercareVoglio un pianeta su cui ricominciare

Un pianeta dove non fare gli esami, dove non cimentarsi col diventare grande. Poi… la notte arrivò tardi quella notte, e il problema fu rimandato al risveglio e non sognai, ma neanche mi vennero gli incubi, dormii per stanchezza. Gli incubi sarebbero arrivati, indelebili poi.

Così andò la mia notte prima degli esami, una notte in cui in ogni secondo scoprivo quanto ero ignorante delle cose del mondo e della mia gente ero il primo che arrivavo a questa notte e l’indomani era vietato fare brutta figura

Extraterrestre portami viaVoglio tornare indietro a casa miaExtraterrestre vienimi a cercareVoglio tornare per ricominciare!

PS: anni dopo, ho avuto altre notti prima degli esami ma mi feci professore, stavo dall’altra parte e passando tra i banchi dei ragazzi sentivo il loro dolore e non potevo stare con loro. Mi guardavano loro che erano stati spavaldi, indomiti, per 5 anni come cuccioli feriti ed io li capivo e stavo dalla loro parte. Sono nato con gli ultimi cosa ci volete fare.

 

Articolo di Lidano Grassucci da

20 Giugno 2023