DI MARIO PIAZZA
Nessun grillino ha mai negato che tra le fila del Movimento potessero aggirarsi personaggi tanto squallidi quanto abili nel cavalcare l’onda del successo elettorale del 2018. Di cosa è stato capace Giggino Di Maio lo abbiamo visto tutti, ma come lui ce ne sono stati dozzine a livelli più bassi e questo Marcello Minenna finito in manette è stato brevemente uno di loro.
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Non voglio difendere il grillismo contro cui mi sono ferocemente schierato ogni volta che è stato necessario, ma siccome ho un’insana passione per la verità lo devo dire che quel posticino di assessore al comune di Roma nella giunta Raggi è stato solo una trascurabile parentesi nella carriera di un arrampicatore di successo e senza scrupoli, tutta giocata nell’area della peggior destra.
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Dipingere Minenna come un grillino che ha tradito è un falso storico a cui il mainstream informativo ha aderito con entusiasmo, quasi facesse più paura quel residuale 15% di Conte dell’orda fascioleghista che sta smembrando l’Italia a cui il Minenna appartiene a pieno titolo da molto prima del “vaffaday”.
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Giorgia ringrazia, questa volta a nascondere la spazzatura sotto il tappeto ci hanno pensato quelli che a chiacchiere vorrebbero licenziare la domestica.