LA FESTA DEL SACRIFICIO

DI CLAUDIO KHALED SER

 

L’Aïd al-Adha, chiamato anche Aid el Kebir, é la festa più importante della religione islamica.

Ricorre oggi il ricordo del sacrificio, la disponibilità di un padre, Abramo, di sgozzare il proprio figlio, Isacco, per compiacere Dio.
Appurata da parte del Divino, l’obbedienza cieca ed assoluta, la Storia narra che Egli fermò il coltello alla gola di Isacco e chiese ad Abramo di sgozzare in sua vece un montone.
Festa ebraica quindi diventata islamica in quella strana commistione di credenze e riti di cui l’Islam si é appropriato, in un mix di precetti insegnati fin dalla giovane età a tutti affinché perpetuino le tradizioni.
Oggi quindi la mattanza.
Milioni di montoni verranno sgozzati sulla porta di casa ed il sangue scorrerà sui marciapiedi colorando di rosso le strade.
Mi soffermo solo su di un piccolo particolare : l’ostentazione.
In questi giorni tutti sono a spasso col loro montone infiocchettato.
Lo fanno vedere agli altri per dimostrare che loro ce l’hanno più grosso.
Nessun riferimento ad altro, parliamo di pecore.
I ricchi trascinano addirittura un paio di montoni, gli esagerati perfino una mucca.
Oggi una pecora costa circa 1000 dinari (300 euro).
Cifra “folle” per operai, artigiani ed ovviamente disoccupati (38%).
Corrisponde a due mesi interi di salario, ma in realtà a DIECI MESI di risparmio.
Eppure tutti lo comprano, tutti lo sgozzano, tutti lo mangiano dopo averlo arrostito su improvvisati barbecue in mezzo alla strada.
Bisogna ostentare la “ricchezza del montone”.
Chi non lo fa é un miserabile.
E nessuno vuol essere considerato tale anche se sa di esserlo.
Dalla finestra aperta entrano gli ultimi belati dei sacrificandi.
Un colpo di coltello alla gola e cade il silenzio.
Incomincia la festa e Dio é compiaciuto da tanta obbedienza.
Io divento sempre più ateo.