DI BARBARA LEZZI
Il coraggio di attribuire le responsabilità
Ieri l’Espresso ha pubblicato un articolo sulla questione ex-Ilva.
Nel pezzo vengono elencate tutte le follie che stanno avvenendo intorno all’acciaieria:
•viene riempita di fondi pubblici
•è ancora controllata dalla multinazionale indiana Arcelor Mittal che non ottempera ai suoi obblighi in termini di adeguamento ambientale
• c’è il legittimo sospetto che Arcelor si faccia pagare la cassa integrazione con i nostri soldi e faccia produrre altrove
•l’amministratore delegato di Arcelor impedisce di effettuare la valutazione delle aree propedeutica alla decarbonizzazione.
Si sapeva già che sarebbe avvenuto tutto questo e a ciò si deve doverosamente aggiungere che l’attuale governo, in perfetta linea con il PD, ha ripristinato l’immunità penale, civile e amministrativa per i gestori della fabbrica in modo che possano agire a cuore leggero, tanto sono ben scudati! Caso più unico che raro nel mondo civile.
Ci sarebbero tanti dettagli, più o meno importanti, da aggiungere a questa vicenda ma ciò che manca nell’articolo dell’Espresso è l’indicazione delle responsabilità. Ciò che manca è il dire come si è arrivati a farsi comandare a bacchetta da una multinazionale indiana.
Durante il Conte II, a seguito di leggi ed eventi che non ripercorrerò ora, Arcelor Mittal offre allo Stato italiano un miliardo per andar via. Ma il governo non ci sta e, per trattenerla, ribalta la situazione e, anziché incassare, paga e si accolla le perdite lasciandole i profitti e la gestione per un congruo tempo.
Come l’accordo con Autostrade, questo con Arcelor Mittal è un altro “capolavoro” del governo Conte II per il quale mi sono opposta duramente (non sola) pagando caramente. Insomma, fa parte della serie di accordi “creativi” per i quali si deve ringraziare Gualtieri prima di tutto e chi aveva il potere di fermarlo ma non aveva orecchie che per lui e ha firmato senza covare il minimo dubbio.
Il tempo è galantuomo, pian piano verrà fuori sempre più la verità e, alla fine di questa vicenda, potrò sempre dire di non esserne mai stata complice a costo anche di farmi insultare, espellere ed umiliare.
Concludo con l’aspetto più importante che gravita intorno ad Ex-Ilva e che molti giornalisti trascurano colpevolmente : mi sono sempre mossa a favore della chiusura delle aree a caldo perché di mezzo c’è la vita di migliaia di cittadini per i quali non c’è nessuna immunità da patologie oncologiche e da altre malattie da inquinamento.
E tra queste migliaia di cittadini, molti sono bambini.