DI CLAUDIO KHALED SER
Non so se “quella” é colpevole o innocente.
Non sono un Magistrato e soprattutto non ho letto le carte in loro mani.
Quindi ogni verdetto lo rimando a loro e al solito tribunale di Facebook dove assoluzioni (rare) e condanne (sempre) vengono pronunciate al volo.
E nemmeno mi faro’ coinvolgere dalla mia totale epidermica antipatia verso “quella” dato che essere simpatici o antipatici non dovrebbe essere reato.
Mi soffermo solo sul Rispetto che una Persona, conscia del proprio valore sul piano morale, deve sentire nei confronti di sé stessa e tradurre in un comportamento e in un contegno adeguati.
Si chiama DIGNITA’.
E quella ne é priva.
Se ne possedesse solo un grammo, davanti alle accuse, certe o infondate, che le vengono mosse, si sarebbe dimessa in attesa di giudizio, dato che una Persona accusata di aver commesso uno o più reati, NON può continuare a rappresentare la Repubblica come lei si ostina a fare.
Alcuni la chiamano “opportunità politica” ma E’ e RESTA solo una questione di DIGNITA’.
Merce rara oggi, introvabile negli scaffali dell’Essere Umano.
Il Governo, anch’esso privo della sopracitata DIGNITA’, fa quadrato intorno a “quella”, spolverando l’ambiguo messaggio che nessuno é colpevole fino a quando non é provata completamente la sua colpa.
E’ la teoria del “Siamo Tutti Innocenti”.
Ma ripeto, io non parlo di reati, parlo di DIGNITA’.
Parlo di Rispetto verso il Popolo Sovrano, verso la Repubblica.
Le opposizioni tergiversano.
Non sanno nemmeno loro da che parte stare, aspettano la difesa di quella.
Pure loro orfane del concetto di DIGNITA’.
Concludo ricordando che i MINISTRI vengono nominati direttamente dal Capo di Stato su “suggerimento” del Premier.
Giurano davanti al Presidente della Repubblica.
Presidente che, in un Paese Civile e Democratico, per Rispetto verso se stesso ed il Popolo che rappresenta, DOVREBBE IMMEDIATAMENTE pretendere le dimissioni ed in caso di cocciutaggine da parte del Ministro,procedere d’ufficio alla sua revoca.
Anche qui é questione di Dignità.
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“La Dignità non consiste nel possedere onori, ma nella coscienza di meritarli”.
(Aristotele)